lunedì 27 dicembre 2010

YARA: TUTTE LE PISTE SEGUITE DAGLI INQUIRENTI

La casa, la palestra e il cantiere tutte le piste per ritrovare Yara
La casa, la palestra e il cantiere:tutte le piste per ritrovare YaraI genitori annunciano che faranno un appello. Nessuna ipotesi prelave sulle altre
C'è solo un elenco sempre più lungo di luoghi battuti per le ricerche della ragazza

dal nostro inviato DAVIDE CARLUCCI


BREMBATE SOPRA (Bergamo) - I primi minuti d'ansia, quando il telefonino di una figlia tredicenne non rispondeva più, sono diventate ore, e poi giorni, notti, settimane. E adesso è un mese che Fulvio Gambirasio e Maura Panarese non rivedono la loro Yara, avvistata per l'ultima volta dal padre di un'amica alle 18,42 del 26 novembre all'uscita del centro polisportivo di Brembate Sopra, dove era solita allenarsi per la ginnastica ritmica. L'apprensione di due genitori si è diluita in un'angoscia persistente, sottofondo costante di una quotidianità che si alimenta di preghiere e che serve soprattutto a dare ai due fratelli più piccoli della ragazza una parvenza di Natale.

domenica 19 dicembre 2010

Sanremo, Gioca gli stessi numeri tutta la notte e sbanca il casinò



Il casinò di Sanremo


SANREMO - E' riuscito a un cinquantenne francese. Con il 2, il 33 e il 5 ha puntato ininterrottamente su 6 tavoli fino a vincere 200mila euro.
IMPERIA - Ha giocato ininterrottamente per otto ore alla roulette francese, vincendo ben duecentomila euro. L'impresa è riuscita a un giocatore del casinò di Sanremo che ha giocato dalle sei alle due di notte, puntando sempre sugli stessi numeri: 2-33-5. Sono usciti più di una volta sui sei tavoli su cui ha giocato ininterrottamente. Riguardo all'identità del giocatore, il casinò lascia sapere solo che è un signore francese sulla cinquantina, calmo, pacato e freddo.




http://www.tg1.rai.it/dl/tg1/2010/articoli/ContentItem-a82e44b6-b81d-4ed6-a2e5-707bbfda1310.html

giovedì 9 dicembre 2010

YARA, SONO IN DUE AD AVERLA VISTA VICINO ALLA MACCHINA ROSSA

YARA,IN CAMPO FORZE SPECIALI. SI INDAGA SUI MOLESTATORI
SEGNALATI IN PAESE -


http://www.leggo.it/articolo.php?id=95267&sez=ITALIA

Le parole del 19enne Enrico Tironi, che rivelò per primo di aver visto la 13enne parlare con due uomini, trovano conferma. Un altro testimone, poco tempo dopo la scomparsa della 13enne, ha detto alla polizia di averla vista, a pochi metri dal palazzetto dello sport, vicino a una Citroen rossa


Proseguono senza sosta le ricerche di Yara Gambirasio, tanto che adesso entrano in scena le forze speciali. Adesso al caso lavorano anche il Reparto prevenzione crimine e il Servizio centrale operativo diretto da Gilberto Caldarozzi, protagonisti nella risoluzion di casi importanti come l'omicidio del piccolo Tommy e la cattura di Provenzano. Adesso gli inquirenti stanno setacciando ogni angolo della vita di Yara, parlando con conoscenti, parenti, amici, compagni di scuola e chiunque altro possa aver avuto un contatto, anche minimo con la tredicenne scomparsa. Addirittura la polizia ha provato a percorrere in borghese, le strade e le vie che la piccola percorreva ogni giorno, per andare a scuola o in palestra, cercando possibili indizi o tracce.


LE DUE IPOTESI Le due piste che stanno seguendo gli investigatori sono quelle dei maniaci di Brembate e dei conoscenti. Infatti, prima della scomparsa di Yara, erano stati segnalati due tentati rapimenti, da parte di presunti molestatori. Ad Almè, vicino Brembate, un uomo aveva tentato di far salire sulla propria auto una bambina, all'uscita di una scuola elementare, cosa potrebbe essere successa a Yara, almeno secondo la testimonianza di un giovane compaesano della ragazza. La pista dei conosenti viene battuta perchè secondo la polizia la ragazza avrebbe potuto conoscere la persona che l'ha fatta salie in macchina, così si cerca tra il diario e il cellulare di Yara, per capire se ci sia o no, un personaggio sospetto tra le sue conoscenze.


RICERCHE SUL TORRENTE Le ricerche di Yara Gambirasio, la tredicenne scomparsa il 26 novembre scorso, riprese stamani nella zona di Brembate Sopra (Bergamo) sono proseguite in mattinata anche nel greto di un torrente. Si tratta del torrente Silena, che scorre tra Mapello (Bergamo) e Brembate Sopra in un greto costellato di arbusti e rovi, che alcuni agenti del Reparto prevenzione crimine hanno ispezionato lungo entrambe le sponde. Il punto in cui le forze dell'ordine stanno ispezionando il torrente si trova nei pressi di una zona dismessa, la cascina Silena, appunto, abituale rifugio per la notte di extracomunitari. Anche nella cascina sono entrati gli agenti. Le ricerche, nel corso della mattinata, sono state effettuate anche nel grande cantiere del centro commerciale di Mapello, dove sono stati ispezionati dei tombini e in alcuni campi sempre tra Mapello e Brembate Sopra dove vigili del fuoco e polizia si spostano di continuo per controllare invasi, canali, scavi e rogge.


CONOSCEVA L'AGGRESSORE Yara conosceva il suo aggressore. Questa la pista più battuta dagli investigatori nelle ultime ore. La conosceva e si fidava. Questo perché, è evidente, la piccola promessa della danza, dopo aver consegnato uno stereo a una delle sue istruttrici, lascia la sua palestra a Via Morlotti, distante 700 metri da casa, prendendo un'uscita opposta alla direzione abituale, quella che porta verso la sua abitazione. I tre cani specializzati utilizzati in quest'operazione puntano tutti su quell'uscita. Nessuno nota Yara mentre si allontana dalla palestra, ma è chiaro che, se avesse urlato, tutti avrebbero potuto sentirla. Chi la conosceva, è disposto a giurare che la ragazzina non si sarebbe mai allontanata da sola con uno sconosciuto. Nessun amore adolescenziale nascosto, niente segreti nel computer o nella rubrica del cellulare, se Yara ha scelto di uscire da una porta inconsueta, deve esserci un motivo, si ripetono gli investigatori. La risposta che trapela è sempre una: Yara conosceva chi l'ha aggredita.


CELLULARE, TRACCE FINO AL CANTIERE Alle 18.49 il telefonino della 13enne aggancia la cella di Mapello, dove è in costruzione un grande centro commerciale e dove lavora come operaio il 22enne marocchino scarcerato ieri. Un'area isolata distante circa tre chilometri dal punto di partenza e dove le tracce di Yara si perdono. Chi ha spento il cellulare, pochi minuti dopo, non si è limitato, probabilmente, a quello: ha tolto la batteria impedendo finora il ritrovamento. L'ultima certezza arriva, anche in questo caso, dai cani addestrati: tutti fiutano le tracce della 13enne fino al cantiere. Impossibile che Yara abbia percorso da sola quelle strade buie e isolate, improbabile che abbia accettato un passaggio da uno sconosciuto per percorrere i 700 metri che la separavano da casa. Accantonata la pista di Fikri, ieri i carabinieri del Racis, il raggruppamento investigazioni scientifiche di Roma, hanno incontrato i genitori di Yara nella caserma di Ponte San Pietro. Il colloquio, con la madre Maura e papà Fulvio, è durato alcune ore. I genitori hanno ricostruito i contatti della 13enne, studentessa modello e giovane campionessa sportiva. L'obiettivo è quello di ricostruire i legami con parenti e conoscenti per capire se ci sia un possibile sospetto. Prende di nuovo vigore, dopo il rilascio di Fikri pronto a ripartire per il Marocco e a dimenticare l'esperienza del carcere, la pista che ad agire siano stati due uomini. Le parole del 19enne Enrico Tironi, che rivelò per primo di aver visto la 13enne parlare con due uomini, trovano conferma. Un altro testimone, poco tempo dopo la scomparsa della 13enne, ha detto alla polizia di averla vista, a pochi metri dal palazzetto dello sport, vicino a una Citroen rossa. La seconda testimonianza dà peso a quanto visto dal giovane, che ritrattò quanto detto, ma a quasi due settimane dalla scomparsa questa pista non ha portato a nessuna svolta.

SARAH: FORSE STRANGOLATA IN CASA, SPOSTATA L'ORA DI ARRIVO A CASA MISSERI

Sarah strangolata in casa, La procura in cerca delle prove
La casa dei Misseri in via Deleddahttp://cms.quotidianodipuglia.it/modnews.php?id=129969&ctn=0&tipoopt=HOME&tipooptsub=TUTTE

TARANTO (9 dicembre) - Nuove deposizioni per concludere la settimana e per agganciare agli atti dell’indagine sul delitto di Sarah altri tasselli. Sono tasselli che porteranno la procura, una volta definita l’inchiesta, a «retrocedere» di circa venti minuti, mezz’ora, l’arrivo della quindicenne nell’abitazione dei Misseri.


A quel punto, per Michele Misseri e per la figlia Sabrina, secondo gli orientamenti degli inquirenti, sarà difficile reggere l’urto dell’accusa per rimpallarsi una responsabilità che, allo stato, li vede appollaiati su sponde opposte. L’uno chiama in causa l’altra nel delitto; l’altra, cioè Sabrina, rimanda verso il padre la piena responsabilità nell’aggressione mortale. «Mio padre è pazzo, io non c’entro», continua a dire la ventiduenne.


Secondo la prospettazione dell’accusa, però, l’arrivo di Sarah Scazzi in casa Misseri intorno alle 14, e non intorno alle 14,30, modificherebbe - e di molto - l’intero scenario. Il luogo del delitto tornerebbe ad essere, così come sempre sospettato dagli inquirenti, non la cantina-garage della famiglia Misseri ma l’interno della loro abitazione, con implicazioni che - allo stato - sono soltanto immaginabili.

martedì 7 dicembre 2010

YARA: DUE INDAGINI PARALLELE FRA CANI INFALLIBILI E TESTIMONIANZE ATTENDIBILI

Di Wildgreta
Dopo la scarcerazione dell'operaio marocchino, nessuno vuole credere che le indagini debbano ricominciare daccapo.Ci sono infatti due piste parallele che qualche giornale definisce opposte, ma che a mio avviso potrebbero essere invece parallele.Infatti nel pomeriggio sono usciti alcuni articoli in cui si dice che la polizia d'ora in poi affiancherà la questura e la Guardia Forestale ha richiamato anche uomini in congedo.Tornano in auge i due uomini visti da Tironi parlare con Yara, ma penso che se nessuno se ne fosse occupato fino adesso sarebbe veramente grave.


Due piste opposte: i cani dicono centro commerciale, Enrico parla di 2 uomini


dal nostro inviato Nino Cirillo
BREMBATE SOPRA (7 dicembre) - Cani contro Enrico, Enrico contro i cani. Chi vince, avrà scoperto la verità su Yara, forse l’avrà riportata a casa viva. Chi perde, potrà dire solo di averla giocata questa folle partita, potrà solo ricoprirsi di vergogna per aver indicato la strada sbagliata,per aver fatto perdere del tempo prezioso.Già, i cani. Quegli splendidi Bloodhound, capitanati da un certo Jocker, arrivati quatti quatti dalla vicina Svizzera, subito pronti a drizzare il muso verso il cantiere di Mapello.


Cani molecolari come li chiamano, perché avvertono anche le molecole dell’odore, che li avesse avuti anche Sarah, ad Avetrana, non osiamo dire dove ora saremmo.

YARA: A STUDIO APERTO LIVE TANTE SEGNALAZIONI




Di Wildgreta

Ora che l'operaio marocchino sembra avviato ad uscire di scena per mancanza di indizi, non si sa se le indagini debbano ricominciare d'accapo o gli inquirenti stiano seguendo altre piste.Ad indagare , infatti, ci sono i carabinieri e la squadra mobile di Bergamo che, come qualche giornale ha scritto, seguono piste diverse. Stasera, nella lunga diretta sul caso di Yara, a Studio Aperto Live di italia Uno, sono arrivate diverse segnalazioni.Sono in tanti a segnalare la presenza di una macchina bianca con due persone di mezza età a bordo, vista nelle vicinanze della zona in cui è scomparsa Yara. 

Una segnalazione parla di una macchina bianca con due uomini a bordo che una mattina alle cinque usciva da una strada sterrata e piena di sterpaglie. Un'altra parla di due uomini a bordo, sempre di un'auto bianca , che avrebbe cercato di portare via una bambina davanti alle scuole elementari. Un'altra ancora cita sempre un'auto bianca con due uomini a bordo che avrebbe infastidito le ragazzine per strada.Per il caso della bambina che avrebbero cercato di portare via, sembra sia stata sporta denuncia.

lunedì 6 dicembre 2010

Sarah: indagato avvocato Sabrina per tentato favoreggiamento


l'avv. Galoppa, entrato nel cuore di tutti, tranne che in quello dei parenti di Michele Misseri.


Assieme a collega voleva far cambiare difensore a zio Michele
06 dicembre, 20:56


(ANSA) - TARANTO, 6 DIC - Avrebbero tentato di far nominare un legale di fiducia a Michele Misseri, 'scalzando' l'allora difensore d'ufficio Daniele Galoppa, per convincerlo a ritrattare la chiamata in correita' nei confronti della figlia Sabrina per l'uccisione di Sarah Scazzi. E' questa l'ipotesi in base alla quale la Procura di Taranto ha iscritto nel registro degli indagati due avvocati del foro jonico, Vito Russo, difensore di Sabrina Misseri, e Gianluca Mongelli. Il reato ipotizzato e' tentativo di favoreggiamento personale. (ANSA).

Yara, pm: niente carcere per l'operaio marocchino.Intercettazione mal tradotta

Mal tradotta intercettazione telefonica
Al termine dell'udienza di convalida del fermo del marocchino Mohamed Fikri indagato per la scomparsa di Yara Gambirasio, il pm Letizia Ruggeri non ha chiesto la custodia cautelare in carcere in quanto, con il passare delle ore, non vi sarebbero più indizi di gravità tale da richiedere la custodia cautelare. Il pm ha comunque chiesto la convalida del fermo. A far cambiare idea al magistrato una nuova traduzione dell'intercettazione telefonica.




Si profila, pertanto, la scarcerazione del marocchino nelle prossime ore. Il gip di Bergamo, Vincenza Maccora, si era riservato di decidere nelle prossime ore sulla convalida del fermo di Fikri. Il pm avrebbe comunque difeso l'opportunità di fermare il giovane asserendo che c'era una situazione indiziaria tale da richiedere 48 ore per valutare l'esistenza di indizi a carico di Fikri.


Mal tradotta l'intercettazione telefonica
A determinare la scelta del pm di non chiedere la custodia in carcere del marocchino, a quanto si è saputo, vi sarebbe stata anche una nuova traduzione della frase, in arabo, intercettata dagli investigatori, che inizialmente suonava come: "Allah mi perdoni, non l'ho uccisa io". Alla luce della nuova traduzione la frase sarebbe invece stata una sorta di imprecazione slegata dal caso della ragazza scomparsa. Pare che nella telefonata Fikri avesse imprecato perché la persona che stava chiamando non era raggiungibile.

Yara Gambirasio: sensitivo, violentata e uccisa ma non e' stato il marocchino


Caso Yara: sensitivo, violentata e uccisa ma non e' stato il marocchino
06 dicembre, ore 12:47


Milano, 6 dic. (Adnkronos) - Il 22enne marocchino fermato ieri ''non e' il responsabile diretto della morte della piccola Yara'', ma ad ucciderla e' stato ''un pedofilo che gia'da parecchio tempo l'aveva adocchiata''. La 'rivelazione' arriva da Mario Allocchi il sensitivo che gia' il 3 dicembre scorso aveva anticipato all'Adnkronos che la 13enne bergamasco scomparsa da Brembate il 26 novembre scorso era stata uccisa.

PARLA IL PADRE DI YARA: CI PREOCCUPA CHE QUALCUNO PERDA LA CALMA

Yara Gambirasio, il padre: “Non abbiamo nulla da rimproverarci”


Stavolta risponde il papà: «Non vorremmo sbilanciarci, aspettiamo notizie» dice. Il tono di voce di Fulvio Gambirasio che giovedì era confuso, venerdì esasperato e sabato teso come una protezione attorno ai resti della propria intimità, ieri era fermo: «Non abbiamo qualcosa di cui rimproverarci o su cui riflettere come genitori. Ci vengono rivolte domande alle quali non sappiamo ancora cosa rispondere. È presto per qualunque pensiero, commento, frase» spiega il babbo di Yara, al decimo giorno della scomparsa di sua figlia. Il nono di una ricerca che, ogni giorno, sembra ricominciare daccapo: la Polisportiva di via Locatelli, i dintorni di Ponte San Pietro, il centro commerciale in costruzione a Mapello, fino ad Ambivere dov’è un altro impianto sportivo che ora sembra aver incuriosito gli eclettici segugi dei carabinieri.

domenica 5 dicembre 2010

Yara, tunisino intercettato: "Allah mi perdoni ma non l’ho uccisa io".Forse coinvolte altre persone

05 dicembre 2010

I tg nazionali non hanno escluso il coinvolgimento di altre persone, anche se nulla trapela dagli inquirenti. Nel frattempo,
le ricerche per ritrovare il corpo di Yara Gambirasio si stanno concentrando dietro al centro sportivo di Ambivere, dove c'è una collina da cui si diparte una strada sterrata. Gli inquirenti avrebbero fatto arrivare un'idrovora.I mezzi e i volontari impegnati nella ricerca di Yara si sono diretti, improvvisamente, come a seguito di una segnalazione, nei boschi sulla collina in territorio del comune di Ambivere, a pochi chilometri da Brembate. Le forze dell’ordine hanno sbarrato le stradine di campagna, nei pressi di un centro sportivo, e hanno cominciato a perlustrare i prati e i campi di granoturco. Al momento non si è riusciti a sapere se in questa area le ricerche siano state dirette da una nuova segnalazione.


«Che Allah mi perdoni, ma non l’ho uccisa io». Secondo indiscrezioni, sarebbe stata questa frase, intercettata al telefono, a convincere i Carabinieri che investigavano sulla scomparsa di Yara Gambirasio della responsabilità del magrebino sottoposto a fermo per sequestro di persona, omicidio e ora anche occultamento di cadavere. Pare che i sospetti fossero indirizzati nei suoi confronti quando l’uomo si è assentato dal lavoro nei giorni successivi alla scomparsa di Yara.

YARA GAMBIRASIO, FERMATO UN TUNISINO E UN ITALIANO IN VIAGGIO PER TANGERI

Yara Gambirasio, su una nave
fermati un tunisino e un italiano


Il traghetto Berkane

La scomparsa di Yara Gambirasio è sempre avvolta nel mistero, ma in tarda serata forse la svolta decisiva alle indagini. Su una nave diretta da Genova a Tangeri sono stati fermati un tunisino e un italiano che dovrebbero essere trasferiti a Bergamo nella notte per l'interrogatorio.

Rai News è stata la prima a dare la notizia con un flash: «Tunisino fermato su nave. Trasferito a capitaneria Sanremo». Il lancio è stata presto ripreso dai vari organi d'informazione. E dopo le prime indiscrezioni e le prime logiche imprecisioni, il quadro si sta delineando. I fermati sono due, che risulterebbero implicati nella scomparsa di Yara, ma non si sa ancora a che livello.

Giallo Gradoli: madre e figlia scomparse forse divorate dai cinghiali

Elena Ceoban, scomparsa sei mesi fa
L'ipotesi del comandante dei carabinieri che indagò sul caso.Il processo in Corte d'Assise a Viterbo il compagno e l'amante

ROMA (4 dicembre) - I cadaveri di Tatiana Ceoban, 36 anni, e della figlia Elena di 13, scomparse da Gradoli, in provincia di Viterbo, il 30 maggio 2009, potrebbero essere stati divorati da cinghiali o comunque animali selvatici. Sarebbe questa la ragione per cui non sono mai stati ritrovati. È l'ipotesi avanzata oggi in Corte d'Assise da uno dei testimoni dell'accusa, il comandante della stazione carabinieri di Latera Claudio Sterbini, che collaborò alla ricerca dei corpi.

sabato 4 dicembre 2010

Yara,forse rapita da chi la conosce.Nessuna lettera del padre alla veglia di stasera


(la casa di Yara)
Indagini strette sul suo"piccolo mondo"
Si battono ancora tutte le piste, dallo squilibrato incontrato per caso, alla banda organizzata nel molestare le ragazzine. Ma gli inquirenti stringono sempre più le indagini attorno al mondo di Yara, quello di cui si fidava, la palestra, la strada verso casa, i conoscenti. "Dalla polisportiva può essere stata portata via solo da qualcuno di cui si è fidata, oppure che ha incontrato subito fuori", dice un investigatore impegnato da giorni nella ricerca della studentessa di 13 anni scomparsa il 26 novembre, verso le 18.30.




Prende sempre più consistenza l'ipotesi che qualcuno che Yara conosceva e di cui evidentemente si è fidata si sia offerto di accompagnarla verso casa, dirigendosi poi chissà dove e con tutt'altre intenzioni.


Archiviata da subito l'ipotesi della fuga volontaria, l'altra possibilità, a parte la persona conosciuta, è un rapimento da parte di uno o più sconosciuti. Ma dove? Non certo nella Cittadella dello Sport, dove all'ora in cui la ragazza è sparita l'attività è al massimo e vanno e vengono decine di persone.

Sarah, la zia è andata in banca? Destino Cosima in una firma



Il destino di Cosima in una firma

Il destino di Cosima Serrano passa da due firme. Una delle due è vera, l'altra evidentemente contraffatta. Secondo la versione raccontata agli inquirenti dalla donna stessa,  la mamma di Sabrina Misseri la mattinata 26 agosto - quando Sarah Scazzi fu uccisa - era al lavoro, regolarmente fino a mezzogiorno.

Poi stando alla testimonianza di un impiegato, la donna si sarebbe recata in banca per depositare del denaro. Lì, davanti all'impiegato, la zia di Sarah avrebbe fimato una quietanza. Cosima ha sempre negato, motivando la sua versione con la distanza tra il posto di lavoro e la filiale della sua banca.

Chi dice la verità? Sicuramente lo si può stabiliare analizzando la firma che appare in calce alla ricevuta di versamento, chiaramente diversa da quella che Cosima ha fatto davanti ai carabinieri.
Clicca sull'immagine per ingrandire e sulla photogallery per nuovi dettagli

Sarah Scazzi/Michele Misseri chiede essere ascoltato senza legali , ma la procura respinge



 La Procura respinge l'inusuale richiesta
Taranto, 4 dic. (Apcom) - Nei giorni scorsi Michele Misseri ha chiesto alla Procura della Repubblica di Taranto di essere ascoltato senza i suoi difensori di fiducia, Daniele Galoppa e Francesco De Cristoforo. Ma questa richiesta è stata respinta dai giudici tarantini. Cosa volesse dire Michele Misseri ai magistrati non è dato a sapere, quel che è certo è che questa inusuale richiesta getta pesanti ombre sul giallo di Avetrana che a questo punto potrebbe riservare altre sorprese. Michele Misseri è lo zio di Sarah Scazzi, la ragazza scomparsa il 26 agosto da Avetrana e ritrovata cadavere il 7 ottobre dopo la confessione dello stesso Misseri. Il 15 ottobre Misseri chiamò in correità per questo delitto la figlia Sabrina e il 5 novembre addossò tutte le responsabilità a lei. Nel corso dell'incidente probatorio del 19 novembre confermò tutto davanti al gip distrettuale ritrattando persino il vilipendio di cadavere di cui si era autoaccusato. La richiesta di essere ascoltato senza legali lascia presupporre che Michele sia ora pronto a ritrattare tutto quello che ha confessato fino ad ora.


fonte

YARA, ARRIVANO DUE CANI SPECIALI PER CERCARLA


Per trovare Yara gli investigatori reclutano Emma e Bo
Con i loro istruttori di Rosignano i cani saranno a Brembate di Sopra, nel Bergamasco, per aiutare gli investigatori a trovare , la tredicenne ginnasta scomparsa da una settimana
cani, persone scomparse

ROSIGNANO. Quel sottilissimo filo di speranza che resta è legato anche a loro. Ma è una missione davvero difficile quella in cui sono stati chiamati Emma e Bo i due segugi del Hbdd ((Human blood detection dogs), la squadra di punta dell'unità cinofila che viene addestrata al campo macerie di Rosignano per scovare tracce e resti umani.

Stamani, coi loro istruttori, Emma e Bo saranno a Brembate di Sopra, nel Bergamasco, per aiutare gli investigatori a trovare Yara Gambriasio, la tredicenne ginnasta scomparsa da una settimana dopo essere stata alla seduta di allenamenti non lontano da casa.

Yara sembra essersi volatilizzata nel nulla e le speranze di trovarla in vita, man mano che passa il tempo, si affievoliscono. Poche, frammentarie, tutte da verificare le indicazioni e le testimonianze (alcune rese e poi smentite) sugli ultimi momenti in cui sarebbe stata vista la ragazzina. E è andato a vuoto anche il tentativo fatto da Joker, un segugio svizzero messo a disposizione dalla polizia cantonale, che 74 volte su 100 ha fatto centro nelle sue «ricerche molecolari», ma che stavolta - a parte fiutare a lungo in un cantiere edile vicino ad un supermercato - non ha portato a risultati.

Ecco allora che da stamani i due cani saranno al lavoro a Brembate, a disposizione dei carabinieri. Emma e Bo fanno parte Gruppo Cinofilo Livornese e del Centro di addestramento di Rosignano. Emma è un meticcio di spinone di Hannover, Bo è un segugio di razza DraHanno quattro anni zo e insieme agli istruttori Vincenzo Scavongelli, 29 anni e Giacomo Micheli (31) costituiscono una squadra affiatata di un Un progetto nato quasi per caso sette anni fa quando Micheli, che è addestratore nel cento di Rosignano (dove si allenano anche i cani da macerie, utilissimi per trovare le persone dopo i terremoti), conosce Vincenzo e la sua cagnolina Emma.

venerdì 3 dicembre 2010

YARA GAMBIRASIO:DIVERSE MAMME PARLANO DELL'UOMO COL FURGONE BIANCO



Yara, unico appiglio il racconto di Enrico
03 dicembre 2010


I detective stanno molto attenti a non creare la “sindrome del furgone bianco”, però ora c’è un’altra mamma che racconta come la figlia minorenne, giovedì scorso, il giorno precedente alla sparizione di Yara Gambirasio, sia stata avvicinata da un uomo alla guida di un camioncino in un comune vicino. Lui l’ha fissata, le ha fatto un gesto, la bambina è scappata impaurita. Racconto si somma a racconto e può anche darsi che la suggestione dilaghi.

giovedì 2 dicembre 2010

SENSITIVO MARIO ALOCCHI:L'APPELLO PER SARAH IL 7 SETTEMBRE





APPELLO DEL 7 SETTEMBRE 2010

“Qualcuno sa cosa è successo a Sara, ne sono certo, qualcuno l’ha ingannata e tradita, qualcuno molto vicino a lei non sta dicendo la verità”. Allora ecco ancora un invito a cercare più a fondo, con più mezzi e più uomini, senza lasciarsi sviare dalle inquietudini fugaci tipiche degli adolescenti di oggi, senza percorrere piste fuorvianti basate su scritte sui muri, o sugli amori e i sogni disillusi di una quindicenne.  “Cercate. Continuate imperterriti le vostre ricerche, indagate sulle persone che sono state vicine alla ragazza e che si dichiarano all’oscuro di tutto quello che le è potuto accadere, che si dichiarano affrante dal dolore, prima che il caso di Sara sia dimenticato, prima che l’adrenalina della notizia sia inghiottita dal buio dell’anonimato”.


COSA HA DETTO MARIO ALOCCHI SULLA SCOMPARSA DI YARA:

Il sensitivo Mario Alocchi, , ha inviato alla redazione di Terni Magazine un fax, nel quale si legge: “Domenica 28 novembre, intorno alle 16.30, all’interno del mio studio Esoterico iniziavo una radioestesia per capire quale fosse stata la sorte di questa giovane fanciulla e l’esperimento segnalava aspetti negativi, immediatamente dopo, svolgendo numerosi consulti per capire cosa fosse successo ho visto che Yara potrebbe essere caduta in una trappola tesa da un soggetto “disturbato”, che Yara avrebbe conosciuto, ma non una persona di famiglia, questo soggetto da tempo aveva adocchiato Yara, sicuramente sarebbe andato spesso a vederla quando faceva ginnastica e gravita in qualche modo intorno a quella palestra”.
(30 novembre 2010  http://www.ternimagazine.it/33047/il-fatto/scomparsa-di-yara-il-sensitivo-mario-alocchi-e-caduta-in-una-trappola.html

mercoledì 1 dicembre 2010

SENSITIVI, MARIO ALOCCHI SU SARAH SCAZZI:AVEVO PREVISTO TUTTO

IL SENSITIVO MARIO ALOCCHI: “AVEVO PREVISTO TUTTO CON LA RADIOESTESIA, STESSO PRESENTIMENTO PER BARBARA CORVI”
2 ottobre 2010
Mario Alocchi1 Mario Alocchi


ECCO L’ARTICOLO PUBBLICATO GIORNI FA (IL 30 OTTOBRE 2010) DA TERNI MAGAZINE: 
Il sensitivo di Civitavecchia Mario Alocchi, 40 anni, (NELLA FOTO), famoso per essersi occupato in passato di altri casi di persone scomparse, dichiara di essere stato uno dei primi ad aver scoperto, attraverso le sue tecniche, l’atroce destino che aveva coinvolto Simona Melchionda, la donna di Novara uccisa dal carabiniere Luca Sainaghi. «Le mie carte avevano visto una divisa, mi avevano dato l’immagine del killer». Alocchi rivela ciò che poche ore prima avrebbe scoperto su Scara Scazzi, la 15enne di Avetrana scomparsa nel nulla da alcuni giorni. «Vorrei poter aiutare la famiglia, le forze dell’ordine, dice, non sono una persona che gioca e specula sul dolore altrui. Sono un professionista serio poi ognuno è libero di crederci». Alocchi è certo di ciò che dice. Da esperto di esoterismo ritiene di non avere dubbi, da uomo invece si augura di avere sbagliato. «Sara si trova nella zona di Uggiano Montefusco, dice, una località tra Avetrana e Manduria. Prima ho usato la radioestesia, la tecnica che attraverso un pendolino e la fotografia della persona scomparsa ci fa capire se colei che cerchiamo è ancora in vita. Purtroppo sia la radioestesia sia le carte mi hanno confermato che Sara avrebbe fatto una tragica fine». Alocchi continua: «E’ stata tratta in inganno, le forze dell’ordine indaghino perciò su una giovane donna, parente della ragazzina. Forse una cugina. Ha mentito a tutti, ai carabinieri, agli amici, alla famiglia. L’hanno attirata in un tranello, perciò Sara si è allontana di sua volontà con delle persone che poi le hanno fatto del male. Ripeto c’è qualcuno che mente, che non sta dicendo la verità. Fate presto, dice ancora Alocchi. So che spesso i sensitivi vengono giudicati dei ciarlatani, ma io ho a cuore il destino di Sara come quello di tante altre persone. Molto spesso noi sensitivi abbiamo collaborato al ritrovamento di gente scomparsa, lavoriamo al fianco dei giornalisti. Posso solo dire che ciò che ho visto mi fa male come uomo, e spero con tutto il cuore che questa volta le carte e la radioestesia mi abbiano tratto in inganno».

SCOMPARSA YARA, IL SENSITIVO:LA CHIAVE DEL MISTERO E' NELLA PALESTRA


(Mario Alocchi)


Caso Yara: il sensitivo, uccisa da uomo pericoloso che ne era ossessionato
01-12-2010 - 18:30


Milano, 1 dic. - (Adnkronos) - Uccisa da chi ne era ossessionato. Yara Gambirasio, la 13enne bergamasca scomparsa venerdi' scorso da Brembate Sopra, e' stata ammazzata da una persona pericolosissima con qualche disturbo mentale che si era innamorato di lei.
Non una persona di famiglia, ma un uomo di una certa età che la giovane consoceva e che in passato ha avuto un attrito con la madre di Yara.Non ha dubbi Mario Alocchi, il sensitivo che aveva scoperto la tragica fine di Sarah Scazzi e che in passato si è occupato di altri casi di persone scomparse.Un verdetto che l'esperto annuncia all'Adnkronos dopo aver usato la tecnica della radioestesia.Il quarantenne consulente esoterico di Civitavecchia, da giorni studia la scomparsa di Yara Gambirasio, giovane studentessa. E mette in guardia gli inquirenti:"La chiave del mistero è nella palestra.Chi ha ammazzato Yara era in palestra.Bisogna ripartire da lì".
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YARA GAMBIRASIO: LA CALZAMAGLIA NON E' SUA.INTERROGATO IL RAGAZZO CHE DISSE DI AVERLA VISTA



I CANI PUNTANO UN CENTRO COMMERCIALE IN COSTRUZIONE, PROPRIO DAVANTI ALLA DITTA DEL PADRE DEL GIOVANE
Tracce in un cantiere, ma Yara non c'è.I cani delle unità cinofile puntavano dritti verso un cantiere che è stato perlustrato in ogni minimo dettaglio, Interrogato il ragazzo che aveva detto di averla vista con due adulti
FABIO POLETTI
INVIATO A BREMBATE (Bg)
Ci vuole la fede di don Corinno, il parroco di Brembate, per sperare che dopo quattro giorni e quattro notti di buio assoluto, possa arrivare ancora il lieto fine nella storia di Yara la bambina che non c'è più: «Se la trovano viva, suono le campane a festa, anche se è mezzanotte». C'è chi spera e c'è chi prega da venerdì notte. Mamma Maura blindata nella villetta di mattoni rossi di via Rampin al parroco chiede ancora una messa: «Preghiamo, preghiamo tutti ancora, don Corinno...». Ieri sera i carabinieri hanno interrogato a lungo il 19enne che domenica mattina aveva raccontato di avere visto la ragazzina all'ora della scomparsa parlare con due uomini a fianco di una Citroen rossa con le quattro frecce accese. Una circostanza che in seguito aveva ammesso essere falsa, e per la quale il giovane (che conosce bene Yara e la sua famiglia) era stato denunciato per procurato allarme e falso ideologico.


Ieri però i carabinieri si sono resi conto di una coincidenza: i cani che hanno seguito la pista della ragazza scomparsa li hanno condotti al cantiere di un centro commerciale, lungamente ispezionato, che si trova proprio davanti alla ditta di proprietà del padre di quel ragazzo. Al termine del lunghissimo colloquio, il ragazzo è uscito visibilmente provato. Intanto nel piazzale davanti al palazzetto dello sport dove hanno visto Yara l'ultima volta ci sono i cani delle unità cinofile, il soccorso alpino, la protezione civile, carabinieri e sommozzatori. «Solo qui siamo in settanta almeno. Fino adesso abbiamo fatto solo buchi nell'acqua», ammette sconfortato Giovanni Valsecchi della Protezione civile. «Non stiamo seguendo una pista. Stiamo facendo delle battute. Ci piacerebbe non trovarla, perché se la troviamo noi...», guarda in faccia al peggio del peggio Giovanni Martinelli, coordinatore nazionale delle unità cinofile dell'Associazione nazionale alpini, venticinque anni a cercare uomini sepolti sotto le valanghe, ma questa è tutta un'altra storia. Dove non arrivano gli uomini che battono il terreno centimetro dopo centimetro in un raggio di dieci chilometri dal paese, dove captano il niente anche i macchinari più sofisticati come le sonde che analizzano la diversa densità del terreno, ci provano i cani specializzati nella ricerca delle persone scomparse. Attorno a Brembate ce ne saranno una decina al lavoro.


Tre di loro puntano nella stessa direzione. Wallace e Joker, un Bloodhound messo a disposizione dalla polizia di Lugano, puntano verso Mapello. Piergiorgio, un Bordercollie bergamasco, è sulle stesse tracce. A Mapello alle 18 e 49 di venerdì scorso si è spento il cellulare di Yara. Attorno a Mapello ci sono campi coltivati e incolti, cascine dismesse e questo gigantesco centro commerciale in costruzione, piloni di cemento fino al secondo piano, rete di recinzione di plastica, che potrebbe essere il set di un film dell'orrore - immerso nel niente del buio, circondato da stradine deserte - ora che nessuno riesce ad immaginare altri film. Joker il Bloodhound punta il muso sicuro. Gli operai al lavoro venerdì scorso giurano di aver visto niente. Lunedì hanno colato il cemento per fare la soletta di base al pavimento. In un angolo ci sono brandelli di un paio di leggins come quelli che indossava Yara l'altro giorno.

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