venerdì 29 ottobre 2010

SARAH, ESAMI RIS: FORSE ESCLUSA VIOLENZA SESSUALE



La trasmissione Quarto Grado ha appena diffuso l'indiscrezione sui risultati di alcuni esami dei Ris.Pare che nel tampone effettuato sulla vittima non sia presente nessun DNA estraneo alla vittima.Se ciò verrà confermato, Misseri non avrebbe abusato del corpo di Sarah Scazzi e la sua annunciata ritrattazione avrebbe un fondamento.

roma, 29-10-2010

I tamponi smentiscono la versione di Misseri

Esame del dna, dubbi sulla violenza sessuale su Sarah


Nessun dna estraneo a quello di Sarah Scazzi sul tampone vaginale esaminato. E' questo il risultato, secondo quanto si apprende da fonti investigative, di un primo accertamento preliminare eseguito dai carabinieri del Ris sui reperti prelevati dal cadavere della quindicenne uccisa ad Avetrana il 26 agosto scorso.

Il particolare, se venisse confermato da ulteriori esami di laboratorio tuttora in corso, indurrebbe ad escluderebbe che la ragazzina sia stata violentata dallo zio Michele Misseri che si e' autoaccusato del delitto e del vilipendio del cadavere.

Lo stesso Misseri, nei giorni scorsi, attraverso il suo legale Daniele Galoppa, aveva fatto sapere di voler ritrattare la parte della confessione relativa alla violenza sessuale.

Anche il medico legale che ha compiuto l'autopsia, Luigi Strada, aveva fatto rilevare che l'esame autoptico non aveva permesso di accertare la presunta violenza sessuale a causa del cattivo stato di conservazione del corpo, che e' rimasto per 42 giorni in un pozzo pieno di acqua.

mercoledì 27 ottobre 2010

SARAH SCAZZI: UN BUCO DI 45 MINUTI NELL'ALIBI DI SABRINA

L'ACCUSA: NON ERA CON L'AMICA MARIANGELA DURANTE L'OCCULTAMENTO DEL CORPO
«Sabrina ha gettato Sarah in quel pozzo assieme al padre»

Gli investigatori: lo dimostrano i tabulati dei cellulari. Buco di 45 minuti nel suo alibi. Lei: falso

AVETRANA (Taranto) - Sabrina era con il padre quando lui ha buttato il cadavere di Sarah nel pozzo della contrada Mosca. È il sospetto degli investigatori dopo aver esaminato i tabulati telefonici che agganciano la stessa cella, quella della zona di Nardò, e che i carabinieri del Raggruppamento operativo speciale di Lecce hanno ormai finito di esaminare. «Non è vero, stavo con Mariangela», si difende lei fino allo stremo nell'interrogatorio alla fine del quale l'arrestano, il 15 ottobre. Ma proprio nel difendersi fa confusione, racconta una cosa per poi dire il contrario, accusa il padre di essere pazzo perché l'ha tirata in ballo e non spiega niente (solo molti «non ricordo») su orari e circostanze che non tornano e che i magistrati le contestano. Secondo la ricostruzione dei carabinieri del Ros ci sarebbe un buco di 45 minuti nell'alibi di Sabrina: dalle 15 alle 15.45, lo stesso arco di tempo durante il quale suo padre, Michele Misseri, dice di essersi disfatto del corpo di Sarah, strangolata nel garage di casa sua mentre, dice lui, Sabrina la teneva stretta per le braccia. E proprio fra le 15 e le 15.45 Sabrina manda un messaggio a Ivano, l'amico di cui sia lei sia Sarah erano invaghite: l'sms parte dal cellulare di Sabrina alle 15.19, la cella è quella della zona del pozzo, la stessa che aggancia poi anche una chiamata sul telefono di Michele Misseri alle 15.25. Sabrina giura che quando manda quel messaggio a Ivano, («Ti stavo chiamando, è scomparsa Sarah») era assieme a Mariangela ma in quel momento Mariangela, sempre secondo i tabulati telefonici, risulta essere da un'altra parte.
LA MADRE E LA VIOLENZA - C'è dell'altro: Sabrina, agitata e con il pretesto di avvisarla e aggiornarla sulla scomparsa di Sarah, ha ripetutamente chiamato sua madre, subito dopo le 15. Lo ha fatto durante il percorso fra casa sua (da dove oggi spariranno le troupe televisive per ordine del sindaco) e la cisterna di contrada Mosca (all'inizio, quando ancora la cella agganciata era quella di Avetrana) perché temeva che la madre avesse intuito o, peggio, visto qualcosa. Tutto questo aiuterebbe Cosima, la moglie di Michele Misseri, che quindi, salvo ulteriori sorprese dall'inchiesta, non avrebbe partecipato né all'omicidio né all'occultamento del cadavere. Resta la confessione degli abusi di Michele sul cadavere di Sarah: gli investigatori continuano a non escluderli ma ritengono possibile anche l'ipotesti che quegli abusi non ci siano stati, soprattutto se Sabrina era davvero accanto a lui.

La morte di Sarah

DOMANDE E DIFFICOLTÀ - Nell'interrogatorio del 15 ottobre Sabrina è in difficoltà.

Ufficiale di polizia giudiziaria: «Quello delle 15,19 e 51. C'è Sabrina che manda un sms a Ivano in cui c'è scritto "Ti stavo chiamando è scomparsa Sarah. Quando lei ha mandato questo messaggio stava con Mariangela?».
Sabrina: «Sì».
Ufficiale pg: «Guardi, dalle celle telefoniche risulta che lei ha agganciato una cella di Nardò mentre la sua amica Mariangela nello stesso arco di tempo, che ha fatto una telefonata al papà, ha agganciato una cella di Avetrana. Mi può dire... Lei mi dice che stavate assieme e agganciate celle proprio completamente...».
Sabrina: «Ma stavamo insieme, però».
Ufficiale pg: «E come si spiega questo fatto che lei aggancia una cella a Nardò, località Fattezze frazione Santa Chiara... La sua amica aggancia una cella Avetrana via XXIV maggio 22?».
Pubblico ministero Mariano Buccoliero: «Sa che significa questo? Che voi non stavate insieme...».
Sabrina: «No, stavamo insieme... Su questa cosa io ne sono convinta (...) lì non mi riesco a spiegare, perché stavo con Mariangela».
Pm Buccoliero: «E come mai risulta invece una cella diversa a Mariangela?».
Sabrina: «È proprio quello che non riesco a capire...».
Ufficiale pg: «Qui stiamo parlando dei tabulati, non delle dichiarazioni di Mariangela, va bene? I tabulati ci dicono che state in due posti diversi nello stesso orario... forse non è chiara la cosa».
Sabrina: «E io ribadisco che stavo con Mariangela».
Pm Buccoliero: «Benissimo... quindi contrariamente a quanto risulta dai tabulati lei stava con Mariangela... Benissimo».

corriere della sera Giusi Fasano
27 ottobre 2010

martedì 26 ottobre 2010

Sarah Scazzi: nuovo sopralluogo in casa Misseri,tracce di sangue sulla sdraio

Cosima Serrano MIsseri
di Wildgreta
Sui giornali di domani leggeremo i particolari sulle presunte tracce di sangue sulla sdraio di Michele Misseri e su una presunta seconda corda.I due nuovi particolari sono fra i titoli dei quotidiani in edicola domani mattina.

Sarah Scazzi, avviso di garanzia a Cosima Misseri?

Cosima Misseri indagata? In queste ultime ore è trapelata la notizia che questa mattina, durante il sopralluogo in casa Misseri, sia stato consegnato a Cosima Serrano Misseri un avviso di garanzia. L’ indiscrezione è motivata dal fatto che circa un’ora prima dell’ inizio del sopralluogo di questa mattina, che ha visto la partecipazione dei procuratori di Taranto e del medico legale che ha eseguito l’ autopsia sul corpo di Sarah, due agenti della polizia giudiziaria si sono recati a casa Misseri e ne sono usciti dopo una decina di minuti.
Cosima Misseri, anche se al corrente di quanto successo a Sarah Scazzi, non potrebbe essere accusata di favoreggiamento, in quanto familiare degli indagati, ma se vi è il sospetto che Cosima abbia partecipato attivamente alle fasi dell’ omicidio e all’ occultamento del corpo di Sarah potrebbe essere indagata anche lei.

Per il momento la procura ha smentito la notizia del coinvolgimento di Cosima in un ruolo attivo, ma potrebbe trattarsi di prudenza perché il sopralluogo di oggi non è avvenuto in presenza delle persone in causa e dei loro avvocati. Si sarebbe difatti trattato solo di un sopralluogo informativo condotto per chiarire le idee su una qualche ambientazione, o sulle caratteristiche di qualche oggetto che si trova nella casa, al medico legale . (fonte rai.it 25 ottobre 2010)


Omicidio Sarah Scazzi: ancora un sopralluogo nella casa dei Misseri

inserito da: Amanda Smith
pubblicato il: 26/10/2010 00:02


Omicidio Sarah Scazzi: ancora un sopralluogo nella casa dei Misseri(IAMM) Gli inquirenti hanno effettuato un nuovo sopralluogo nella villetta della famiglia Misseri, nell'ambito dell'inchiesta sull'omicidio della 15enne di Avetrana scomparsa il 26 agosto scorso e il cui corpo è stato ritrovato dopo la confessione dello zio, Michele Misseri, imputato insieme alla figlia Sabrina, 22 anni. Al momento del sopralluogo, a cui ha preso parte anche il medico legale che ha effettuato l'autopsia sul corpo di Sarah Scazzi, in casa erano presenti Cosima, moglie di Michele, e la loro figlia maggiore Valentina.


Intanto in caserma sono stati sentiti, come persone informate dei fatti, almeno altri due testimoni. Ci vorrà più di una settimana per sapere qualcosa sull'esito degli accertamenti tecnici irripetibili compiuti dai Ris di Roma sugli effetti personali di Sarah, tra cui cellulare e ciò che resta dei vestiti.

domenica 24 ottobre 2010

SABRINA MISSERI, AUDIO INTERROGATORIO

LE PAROLE DI MARIANGELA E SABRINA

Ecco gli audio integrali degli interrogatori di Sabrina Misseri e della testimone-chiave Mariangela Spagnoletti.






Le parole di Mariangela e Sabrina

TARANTO - Una è in carcere, indagata per sequestro di persona e concorso in omicidio. L'altra potrebbe rivelarsi la testimone chiave delle indagini preliminari che la Procura di Taranto sta conducendo per fare luce sul delitto di Sarah Scazzi. Dopo l'arresto di Michele Misseri e il suo interrogatorio in cui ha coinvolto la figlia nell'omicidio della quindicenne di Avetrana, le registrazioni audio mettono in luce da una parte le contraddizioni di Sabrina, dall'altra la testimonianza fondamentale dell'amica, Mariangela.

Sarah, confessione Michele Misseri: audio interrogatorio

LA CONFESSIONE DI ZIO MICHELE

La confessione di zio Michele

TARANTO - Incapace di spiegare il perché, Michele Misseri ammette però la sua colpa. Davanti agli inquirenti, dopo ore di interrogatorio, il contadino di Avetrana confessa: ha strangolato Sarah Scazzi, uccidendola, e trascinato il suo corpo gettandolo in un pozzo isolato. E per provare la verità delle sue affermazioni, si offre spontaneamente per portare magistrati e carabinieri sul posto, permettendo il ritrovamento del cadavere della quindicenne.

L'audio dell'interrogatorio:


Seconda parte

Terza parte

SARAH,PARLA MARIANGELA.AUDIO INTEGRALE DEPOSIZIONE

Le parole di Mariangela

LE PAROLE DI MARIANGELAEcco la versione audio integrale dell'incontro fra la ragazza e gli inquirenti che indagano sul delitto di Sarah Scazzi.


Seconda parte

Terza parte

Quarta parte

Quinta parte

Sesta parte


Settima parte


SARAH, SMS SABRINA:"Dite il fatto della zia che ha sospetti sul marito"

«Arriva Mariangela, devo frenarla»
Misseri: così gridò Sabrina quel giorno



TARANTO (23 ottobre) - Nuovo colpo di scena nel delitto di Sarah Scazzi. Si aggiungono nuove circostanze che aggraverebbero il ruolo di Sabrina, cugina e amica di Sarah, nel delitto della 15enne.

Il primo elemento che confermerebbe, se ancora ci fossero dei dubbi, la presenza di Sabrina sul luogo del delitto arriva da Michele Misseri, zio reo confesso dell'omicidio della 15enne che chiama in causa la figlia. Durante l'interrogatorio di garanzia, in cui Misseri racconta di Sabrina che partecipa all'omicidio di Sarah, tenendola stretta mentre lui la strangola, racconta ai giudici: «Mentre io strangolavo Sarah, Sabrina uscì gridando “Sta arrivando Mariangela devo frenarla, devo frenarla”».

Da quel 26 agosto in poi i fatti sono più o meno noti salvo aggiungere di ora in ora particolari che vengono fuori dagli atti. Il 6 ottobre, giorno in cui Sabrina viene fermata con l'accusa di sequestro di persona e concorso in omicidio, gli inquirenti ascoltano anche Cosima Serrano, la moglie di Misseri e madre della 22enne.
In quell'occasione Sabrina manda un sms a Cosima e alla sorella Valentina e scrive: “Dite il fatto della zia che ha sospetti sul marito e che poi se ne va a Milano”.

fonte:http://www.quotidianodipuglia.it/articolo.php?id=123965&sez=TUTTO_SU_SARAH

sabato 23 ottobre 2010

Processo Ruggero Conti: sfilano i testimoni a favore


IL Messaggero Cronaca di Roma di mercoledì 20 ottobre 2010, pagina 35
Sfilano i testimoni in favore di don Ruggero
di De Santis Giulio

Il vescovo: «Sono contento di avergli dato i voti» Sfilano i testimoni in favore di don Ruggero Il parroco accusato di pedofilia difeso anche da persone amiche dei presunti molestati

di GIUIJO DE SAN IS «Don Ruggero Conti è un padre di cui fidarmi e un amico con cui confidarmi. Mi manca».

Ieri i suoi ragazzi hanno descritto così il parroco di Selva Candida, accusato di aver violentato sette minorenni tra il 1998 e il 2008. Ventisette testimoni della difesa hanno sfilato per otto ore davanti ai giudici della sesta sezione collegiale. Tutti pronti a mettere le mani sul fuoco sulla integrità morale del sacerdote, Imito in carcere nel 2008 dopo le denuncie delle sette presunte vittime di abusi sessuali. Violenze che, secondo il pubblico ministero Francesco Scavo, il parroco avrebbe compiuto mentre guidava la chiesa della Natività di Maria Santissima.

Ieri Don Ruggero ha ricevuto una difesa a oltranza anche da chi ha lavorato al suo fianco per anni. A partire da don Giorgio Montecca, vice Parroco di Selva Candida tra i12003 ed il 2008, per passare a monsignor Diego Bona, il vescovo che assegnò i voti a don Ruggero. Gli uomini che hanno visto don Ruggero vivere al fianco dei giovani parrocchiani hanno garantito, dal loro punto di vista, l'assoluta limpidezza della condotta del sacerdote. E un sostengo importante è stato garantito a don Conti pure da diversi testimoni residenti a Legnano dove agli inizi degli anni ottanta parti l'avventura religiosa dell'imputato. Tutti hanno raccontato ai giudici il "loro" sacerdote mostrando una fiducia incrollabile verso l'ex parroco di Selva Candida.

L'udienza è iniziata segnando un punto importante a favore di don Ruggero. Il consulente informatico della difesa ha attestato l'assenza di collegamenti a siti pornografici dal computer del sacerdote. Poi sul banco dei testimoni sono saliti i ragazzi che hanno ricordato le serata trascorse insieme a don Ruggero nella sua casa o in campeggio. Tutti hanno sottolineato la tranquillità che avevano dormendo nella stessa camera del parroco oppure dividendo con il sacerdote la tenda dell'accampamento. La fidanzata di un presuntoe molestato ha detto: «Siamo stati insieme un anno e mezzo. Ma il mio ragazzo non si è mai lamentato del comportamento di don Ruggero», ha detto ai giudici la giovane. E' stata poi la volta di un amico di uno dei presunti abusati a gettare dubbi sulla credibilità di una supposta vittima. «Il nostro amico era noto nell'ambiente per avere problemi di cleptomania. E il giorno che don Ruggero èstato arrestato mi disse di non credere alle accuse contro il sacerdote». Don Mantecca, vice parroco di Selva Candida tra il 2003 ed il 2008, ha dichiarato:

LA FIDANZATA DI UNA VITITMA

• «Il mio ragazzo non mi raccontò mai di aver subito degli abusi sessuali» «Sono sicuro dell'innocenza della sua innocenza. Se avessi avuto dei dubbi non avrei esitato a denunciarlo. Le dicerie che giravano intorno a don Ruggero erano prive di riscontri e quindi non ne ho informato i miei superiori». L'ultima parola è toccata al monsignor Diego Bona il vescovo che assegno i voti a don Ruggero. «Per come l'ho visto lavorare affianco ai ragazzi sono contento della mia scelta".

***

Messaggero Cronaca di Roma di venerdì 8 ottobre 2010, pagina 45
Pedofilia, due preti e una suora difendono don Ruggero Conti
di De Santis Giulio

--I IL PROCESSO IPedofilia,due preti e una suora difendono don Ruggero Conti di GIULIO DE SANMS Le parole sembrano arrivare dal cuore di chi ha vissuto ogni giorno al suo fianco per dieci anni. «Grazie a don Ruggero Conti abbiamo trascorso un periodo indimenticabile. Mai un'ombra ha sfiorato la reputazione del nostro parroco in quegli anni. Poi nel 2005 è arrivato don Claudio Bricchetto. E in quel momento si sono materializzate le chiacchiere contro don Ruggero sulla pedofilia».

E' la testimonianza di suor Maria, nel corso del processo nei confronti di don Conti, accusato di aver violentato sette minorenni tra il '97 ed il 2008, quando era il parroco di Selva Candida.

Ieri davanti ai giudici della sesta sezione penale due suore e un prelato hanno raccontato la loro esperienza con don Ruggero. E hanno difeso il sacerdote senza dubbi o incertezze. «Don Ruggero ha lavorato sempre per il bene della chiesa della Natività», hanno ricordato i testimoni. Che poi hanno puntato il dito contro l'accusatore del sacerdote, don Claudio Bricchetto. «Una volta mi ha detto che voleva una parrocchia tutta sua», ha ricordato suor Maria. La donna ha poi' sottolineato chele storie di pedofiLE TESTIMONIANZE IN AULA «Sono soltanto insinuazioni messe in giro dal vice paro o» lia non erano mai circolate fino all'arrivo del vice parroco. «E' stato lui a insinuare che don Ruggero fosse un pedofilo. Voleva il suo posto. Al contrario, posso testimoniare che molti giovani fedeli si sono lamentati del comportamento di don Bricchetto. Uscivano sconvolti dalla domande sul sesso che il vice parroco faceva nel confessionale», ha rivelato la suora. Ancora più determinato è stato don Roberto Leoni, segretario di mónsignor Gi- no Reali, al quale faceva capo don Ruggero. «Don Bricchetto è arrivato a minacciarci con un avvocato. Disse a monsignor Reali che, se non gli avessimo dato retta, sarebbe stata la nostra fine». Anche don Roberto ha riferito di comportamenti molto discutibili del sacerdote nel periodo trascorso in seminario. «Non posso scendere in dettagli» ha sottolineato. Gli accusatori di don Ruggero non sono mai sembrati attendibili a monsignor Reali».

SARAH SCAZZI, SABRINA PIANGE PENSANDO ALLA CUGINA

Sarah Scazzi/ Legale Sabrina: in carcere piange e pensa a cugina

Sarah Scazzi/ Legale Sabrina: in carcere piange e pensa a cugina Si informa della mamma, della sorella e di zia Concetta

Taranto , 23 ott. (Apcom) - E' appena uscito dal carcere di Taranto, Vito Russo, l'avvocato di Sabrina Misseri. Ha parlato con la ragazza ed è preoccupato per lo stato di prostrazione in cui è caduta. "Sabrina pensa a Sarah e piange - spiega Russo - non riesce a trattenere le lacrime quando ricorda la cugina". La figlia di Michele Misseri, accusata insieme al padre dell'omicidio della quindicenne, ha chiesto al suo legale notizie della mamma Cosima, della sorella Valentina e della zia Concetta. Solo del padre, Sabrina non vuole sapere niente. E' come se volesse cancellarlo dalla sua mente. "Non riesce a credere a quanto Michele Misseri è stato capace di compiere - riferisce Russo - e soprattutto non si capacita del motivo per cui anche lei è rinchiusa in carcere". L'avvocato Russo racconta del libro che Sabrina sta leggendo nella sua cella, 'Cado dalle nubi' del comico Checco Zelone. "Gliel'ho consigliato io - spiega il legale - per aiutarla a pensare in positivo e a stare un pò più serena. Ha bisogno di essere tranquilla e lucida per ricordare con precisione quanto ha vissuto il giorno della scomparsa di Sarah e potersi difendere". Sabrina è demoralizzata, si trova in isolamento giudiziario, non può guardare la televisione, legge i giornali e si sente sola. Per questo Vito Russo e la moglie Emilia Velletri, entrambi difensori della ragazza, si recano ogni giorno in carcere a trovarla.


Caso Scazzi

Domani chiuse ad Avetrana alcune strade che portano a casa Misseri

A cura della Redazione Interni

Quando la morbosità porta a decisioni che sfociano nell'assurdo. Parte l'annuncio che domani, dalla Basilicata e dalla Calabria sarebbero partiti pullmann pieni di turisti, diretti ad Avetrana, per vedere casa Misseri, luogo del delitto di Sarah Scazzi.

Uno scandalo tutto italiano. Con saggezza e prontezza, il Sindaco di Avetrana ha deciso di chiudere nella giornata di domani alcune vie che portano direttamente a casa Misseri.

L'agghiacciante pratica di recarsi sui luoghi del delitto non è nuova in Italia e il timore è che l'esodo potrebbe partire comunque, diretto però alla campagna è stato ritrovato il cadavere della piccola Sarah.

La città di Avetrana si trova quindi ad avere a che fare con una delle pratiche più riprovevoli e censurabili che le persone possano avere: andare a visitare, prese da curiosità morbosa, i luoghi di un delitto.

Sarah Scazzi: scatta la guerra tra i legali


SABATO 23 OTTOBRE 2010 16:47
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Sarah Scazzi: scatta la guerra tra i legali Verranno ascoltati dall’Ordine degli Avvocati di Taranto gli avvocati Vito Russo, Daniele Galoppa ed Emilia Velletri per essere sentiti in merito alla vicenda giudiziaria dell’omicidio di Sarah Scazzi ed ai risvolti e i rapporti con i media.
È questa l’indagine conoscitiva aperta dall’Ordine forense di Taranto per appurare eventuali comportamenti non deontologici dei legali di Miche e Sabrina Misseri.


L’Ordine degli Avvocati valuterò così tutti i filmati e gli articoli di stampa di questi ultimi giorni al fine di valutare la vicenda e fare chiarezza su quella che è stata definita una “guerra tra avvocati”.

La “vessata quaestio” fra gli avvocati difensori di Michele Misseri e Sabrina Misseri, rispettivamente l’avvocato Daniele Galoppa e gli avvocati Vito Russo e Emilia Velletri, nasce dalle reciproche accuse che soprattutto attraverso i media si sono “gratuitamente” scambiati.

La storia nasce soprattutto dalla vicenda attraverso la quale l’avvocato Vito Russo ha dichiarato ai microfoni dei giornalisti il sospetto che la lunga confessione di Michele Misseri, compresa quella nella quale chiama in correità la figlia Sabrina per la partecipazione all'omicidio, sia stata in qualche modo ispirata e guidata dal suo difensore. Dopo poche ore invece il collega Daniele Galoppa ha segnalato dinanzi alle telecamere la presenza "sospetta" dell’avvocato Russo, la mattina del 15 ottobre, nelle vicinanze del magazzino dell’abitazione di Michele Misseri nel quale erano in corso rilievi da parte dei Carabinieri con lo stesso reo confesso.

Secondo Galoppa la presenza di Russo era da ritenersi “sospetta” in quanto subito dopo venne chiamato ad assistere Sabrina Misseri nell'interrogatorio nella caserma dei carabinieri di Manduria (Taranto) conclusosi col fermo della ragazza.

La decisione dell’Ordine di aprire un fascicolo nasce anche dal “fuori programma” di Matrix dove Russo simula un gesto volgare che è stato anche mandato in onda dalla trasmissione “Striscia la Notizia”.


A cura di Francescochristian Schembri

cronaca | 23/10/2010 | ore 16.52 »

ORDINANZA GIP

(Adnkronos) - Rosati contesta a Sabrina, punto per punto, tutti questi aspetti. Ad esempio, sul momento in cui avrebbe detto a Mariangela 'l'hanno presa...l'hanno presa', il gip ritiene che ''si e' patentemente contraddetta, nel tentativo di spostare piu' in la' tale sua affermazione, collocandola ora al momento del primo incontro con la zia Concetta, presso l'abitazione di quest'ultima, ora a quello del successivo ritorno a casa sua, ora a quello, ancora successivo, del suo ulteriore ritorno a casa Scazzi''.

E, infine, ha affermato ''di non essere mai stata lasciata a casa da Mariangela'', dopo l'andirivieni tra le due abitazioni, Scazzi e Misseri, ma di fronte alle contestazioni degli inquirenti si e' avvitata in molti ''non ricordo''.

Per il gip ''Sabrina ha la necessita' di coprire quel lasso temporale di qualche ora, in cui si e' staccata da Mariangela ed e' rimasta con sua madre e durante il quale, stando al racconto di Michele Misseri, ha aiutato costui a ricercare la sim del telefono di Sarah nel garage di casa''.

giovedì 21 ottobre 2010

OMICIDIO SARAH SCAZZI: SABRINA RESTA IN CARCERE

Sabrina Misseri

IL GIALLO DI AVETRANA - LA MOTIVAZIONE CONTENUTA IN UN'ORDINANZA DI 21 PAGINE
Il gip ha deciso: Sabrina resta in carcere
«Attendibile la ricostruzione di Misseri»
Confermato l'impianto accusatorio, la ragazza è accusata per l'omicidio della cugina Sarah Scazzi

Valentina Misseri, la cugina di Sarah Scazzi, uccisa lo scorso 26 agosto (Ansa)TARANTO - Sabrina Misseri resta in carcere. Il giudice per le indagini preliminari ha convalidato l'arresto della ragazza, sospettata di avere partecipato all'omicidio della cugina, Sarah Scazzi, di cui inizialmente si era autoaccusato suo padre, Michele Misseri, a sua volta rinchiuso nel penitenziario di Taranto.

L'ORDINANZA - Per il giudice Martino Rosati, che ha stilato un'ordinanza di 21 pagine, va dunque confermato in pieno l’impianto accusatorio messo in piedi dagli investigatori e dalla procura della Repubblica di Taranto. La ragazza è accusata di concorso in omicidio volontario e sequestro di persona. Già nella giornata di lunedì, il gip aveva convalidato il fermo riservandosi la decisione sulla custodia cautelare, che ha sciolto questa mattina, confermando che Sabrina debba rimanere in carcere e non possa dunque beneficiare degli arresti domiciliari.

«MICHELE ATTENDIBILE» - Secondo il gip, stando a quanto riportato nell'ordinanza, Michele Misseri «è attendibile» e la sua ricostruzione dell'assassinio della ragazza è credibile. Rosati, dunque, ha accolto la ricostruzione fornita dalla Procura, confermando che l'omicidio di Sarah è stato commesso nel garage della villetta di via Grazia Deledda. Cosima Serrano, moglie di Michele Misseri e madre di Sabrina, avrebbe invece, sempre secondo il gip, coperto i familiari responsabili. Anche per il giudice, dunque, i sospetti della Procura sul ruolo della mamma di Sabrina - che allo stato continua a non essere indagata - sono fondati.

LA VICENDA - Sarah Scazzi era scomparsa lo scorso 26 agosto. Per un mese e mezzo si era pensato ad un suo rapimento o ad un allontanamento volontario, anche se molte incongruenze inducevano gli investigatori ad indagare a 360 gradi senza escludere alcuna ipotesi. La svolta era arrivata con il ritrovamento del cellulare della ragazza, avvenuto anch'esso in circostanze poco chiare: era stato infatti lo zio Michele a consegnarlo agli inquirenti dicendo di averlo casualmente trovato in un campo dove aveva lavorato. Una settimana più tardi l'uomo è stato arrestato: ai carabinieri aveva confessato l'omocidio della nipote e li aveva poi accompagnati nel luogo dove aveva occultato il corpo, un pozzo tra i campi. L'uomo si era accusato dell'omicidio e aveva aggiunto di avere violentato il cadavere della ragazza prima di gettarla nel pozzo. Ma anche questa versione era apparsa scricchiolante. Passati dieci giorni, la nuova svolta: Sabrina viene chiamata in causa proprio dal padre e viene arrestata con l'accusa di avere partecipato all'omicidio. Un'accusa che lei ha sempre respinto, ma che ora è stta risconosciuta valida anche dal gip.

Redazione online
Corriere della Sera 21 ottobre 2010

"Cosima coprì figlia e marito"

Sarah,gip:confessione Michele credibile

Cosima Serrano, moglie di Michele Misseri e madre di Sabrina, avrebbe coperto i familiari responsabili, secondo la Procura di Taranto, dell'omicidio di Sarah Scazzi. Lo scrive il gip di Taranto, Mariano Rosati, nell'ordinanza con cui conferma la custodia cautelare in carcere per Sabrina. Sempre nell'ordinanza si ritiene attendibile e credibile la ricostruzione di Michele Misseri dell'omicidio della quindicenne di Avetrana, avvenuto nel garage.

Sarah Scazzi, Porta a Porta:Il plastico di casa Misseri e la regressione di Vespa


Caso Sarah Scazzi, il plastico di casa Misseri a Porta a Porta

Il plastico di casa Misseri e la regressione di Vespa

di Antonio Dipollina

L'evoluzione della specie plastica è approdata ieri sera a Porta a Porta. Forse c'erano anche ospiti in studio, ma soprattutto al centro della scena troneggiava un gigantesco modellino della casa di Avetrana al centro del caso Sarah Scazzi. E soprattutto davanti alla riproduzione della casa, che appariva pressoché a grandezza naturale, c'erano delle automobiline (non incluse nella confezione), ognuna di queste era la riproduzione delle automobili dei componenti le famiglie Scazzi e Misseri.

GUARDA LE IMMAGINI

Vespa, tradendo una preoccupante regressione, si è messo immediatamente a giocare con le macchinine, spostandole qui e là per ricostruire i movimenti dei personaggi coinvolti. Dal plastico di Cogne (ormai buono solo per E-bay) alla ricostruzione dell'appartamento dei trans di via Gradoli - passato alla storia per il soppalco sbagliato - è un notevole passo avanti. In una delle prossime puntate, prevedibile (forse) il plastico della villa di Berlusconi ad Antigua, con la carta argentata per fare il mare, e Vespa che sposta da una stanza all'altra una decina di Barbie.
(La Repubblica 20 ottobre 2010)

mercoledì 20 ottobre 2010

OMICIDIO SARAH SCAZZI, MISSERI FORSE DORMIVA, INTERCETTAZIONI CONFERMEREBBERO NUOVA IPOTESI

Di Wildgreta

Da ieri sera i colpi di scena nel giallo del delitto della piccola Sarah si susseguono senza sosta.Tra indiscrezioni, anticipazioni e deduzioni, abbiamo capito che:

1)Misseri potrebbe aver mentito ed essersi immolato per salvare un “guaio” combinato da qualcun’altro (Sabrina? Sua moglie Cosima? Qualcun’altro?)

2) Misseri forse all’ora del delitto dormiva.Infatti amici di Misseri testimoniano che alle 14.00 Misseri faceva sempre un riposino pomeridianoe l’ipotesi sarebbe confermata anche da alcune intercettazioni. Ma, secondo ipotesi non confermate, potrebbe essere stato svegliato da moglie e figlia subito dopo l’omicidio per accordarsi sulla strategia.La sua presenza davanti al garage, intento a sistemare qualcosa nel bagagliaio dell’auto, all’arrivo dall’amica di Sabrina, Mariangela, confermerebbe questa ipotesi.

3) Il Gip attende le intercettazioni, previsto per oggi, per confermare o meno l’arresto di Sabrina

4) L’avvocato di Michele Misseri ha chiesto che il suo cliente venga nuovamente interrogato perchè non ha detto tutta la verità.A suo avviso, alla fine per Misseri l’unica imputazione che resterà sarà l’occultamento di cadavere.

5) Già annunciata da Misseri la ritrattazione della violenza sul corpo della vittima.

6) Le molestie dello zio sulla piccola Sarah non sono confermate da nessuno.Ne parla solo Misseri

7) Ieri sera a Porta a Porta il professor Crepet si accorge di colpo che manca il movente dell’omicidio.

8) Misseri viene descritto e si descrive come una sorta di “schiavo” in famiglia, “Io lavavo i piatti dove loro avevano mangiato e mangiavo con le mani”.Il suo avvocato afferma che ”in casa non contava nulla”.Le personalità forti della famiglia Misseri sarebbero soprattutto Sabrina seguita dalla moglie Cosima.

9) Stamattina, 20 ottobre, ci svegliamo con una novità: la famiglia Misseri, sapendo di essere intercettata e spiata anche in casa, avrebbe comunicato attraverso dei pizzini.

10) Giornalisti e opinionisti, impegnati in veri e propri tour de force per partecipare in diretta a speciali e talk show sul caso Sarah Scazzi, si lasciano andare ad improbabili mea culpa per occuparsi troppo della orrenda fine di una innocente ragazzina. Farebbero meglio a stare a casa, se proprio ritengono riprovevole parlare di questo.

wildgreta, 20 ottobre 2010

martedì 19 ottobre 2010

Sarah, la lettera della Palombelli irrita anche Mimum


IL DELITTO DI AVETRANA - EFFETTI MEDIATICI

Palombelli, lettera a Sarah e addio al Tg5
Attraverso il telegiornale aveva scritto una lettera di scuse alla ragazza, per gli eccessi mediatici.

MILANO - «Cara piccola Sarah, occhi da cerbiatto». Così cominciava la lettera inviata da Barbara Palombelli a Sarah Scazzi. La voce della giornalista sulle immagini su cui ha spinto tanta stampa, direttamente dal tiggì di Canale 5 delle ore 20 chiedeva scusa. A nome di tutti («Noi che, senza conoscerti, ti abbiamo incontrato nei telegiornali e sui giornali, ti abbiamo mangiata proprio come l’umidità di quel pozzo. Un pezzettino al giorno, piano piano, senza sprecare nemmeno una briciola della tua tragica favola»).
SFIGURATA E PUTREFATTA - Un chiaro mea culpa. Che secondo alcune voci di redazione, il direttore del Tg5 Clemente Mimun non avrebbe gradito. «Tu, principessa che sei finita sfigurata e putrefatta dopo quaranta giorni in un pozzo, tanto che il professor Strada, che ti ha sezionato e analizzato, ti ha nascosto persino alla tua mamma», continuava la giornalista che da qualche anno collabora con le reti Mediaset con i toni dolci e indispettiti di una madre che ha guardato (e giudicato con sospetto» i «manifesti horror, gli stessi che sono su tutti i muri delle stanze delle nostre figlie»).

PREGARE, PREGARE - Toni un po' macabri ma voce certa, Palombelli concludeva con «Ora che stai uscendo di scena per lasciare spazio ai tuoi assassini e alla rivelazione del male, in cui hai vissuto forse senza saperlo oppure sì, ora che tutta l’Italia partecipa all’indagine nazionale su di te che non ci sei più, ora è proprio arrivato il momento di pregare, pregare per te e per noi, per il nostro lavoro, per voi che state vedendo queste immagini. Non ti dimenticheremo. Sarah, perdonaci se puoi...».

USCITA DI STANZA - I toni usati non sarebbero piaciuti al direttore del Tg5, Clemente Mimun che dopo l'edizione avrebbe avuto una discussione con la Palombelli. E ora, secondo quanto si apprende da fonti della redazione , Barbara Palombelli avrebbe svuotato la propria scrivania e lasciato il Tg5.

OPINIONISTI SEMPRE BUONI - Una domenica ad Avetrana, tra giornalisti a scannarsi per sapere le ultime di Sabrina e turisti in visita. Immagini, foto, Notizie. Chissà se la lettera di Palombelli avrà voluto avere anche un doppio sapore. Un mea culpa corale per tutta la stampa che sta facendo man bassa degli orrori di Avetrana. E un mea culpa personale per quegli opinionisti multi-competenze, sempre pronti ad accenderne una per qualche porta-a-porta di turno e scendere in campo in nome delle verità-umanità-mostri-e scuse di Cogne, Meredith, Garlasco, Erba, ora pure Avetrana. Chissa se in quelle scuse ci sarà pure l'intenzione di avere meno opinioni?


CAMBIO DI UFFICIO - Mediaset chiude il caso con queste laconiche parole diffuse alle agenzie: «Barbara Palombelli non può avere lasciato il Tg5 per il semplice motivo che non fa parte della testata di Clemente Mimun». La giornalista lavora infatti per Videonews, la testata Mediaset che produce tra gli altri Domenica Cinque, Mattino Cinque, Pomeriggio Cinque e Matrix, programmi dove Barbara Palombelli si esprime al meglio come commentatrice di punta. La sede di lavoro di Videonews è all'Aventino, lei per sua comodità aveva una scrivania al Palatino.

Corriere della Sera Redazione Online
19 ottobre 2010

lunedì 18 ottobre 2010

SARAH, LA LETTERA DELLA PALOMBELLI : PULP-TRASH TELEVISIVO (VIDEO E TESTO INTEGRALE)

di Wildgreta

E se a qualcuno non fosse bastato l'orrore dell'omicidio di una ragazzina innocente, ecco un'appendice che entra di diritto in una ideale antologia del pulp-trash televisivo.L'unica speranza è che con questa macabra lettera, la giornalista Barbara Palombelli (e con lei chi anche senza lettere si è rivelato altrettanto inadeguato) si astenga da ulteriori apparizioni televisive in qualità di opinionista del caso Sarah Scazzi.


IL TESTO INTEGRALE AL TG5 (VIDEO)


Cara piccola Sarah, occhi da cerbiatto, cara piccola Bambi che ti sei consegnata ai tuoi cacciatori crudeli e senza cuore, dobbiamo tutti chiederti scusa, devi perdonarci.
Ti abbiamo usata, ci siamo buttati sulla tua scomparsa, abbiamo scavato nella tua vita, ti abbiamo sospettata di essere fuggita chissà dove, di essere una ragazzina forse un po’ leggera.

Abbiamo letto il tuo diario segreto con sguardi non innocenti come invece era il tuo. Ci siamo permessi di frugare tra i tuoi amati peluches. Stavamo per condannarti per dei manifesti horror, gli stessi che sono su tutti i muri delle stanze delle nostre figlie.

Cara Sarah, con quell’acca in fondo al tuo nome che ti faceva sentire importante; la tua firma ripetuta nei profili di Facebook dove però andavi di nascosto, dalla biblioteca comunale. Ti eri inventata un’identità: Sarah Baffi, l’Ammazzavampiri.


Ma non ce l’hai fatta contro di loro: loro, i vampiri, i tuoi parenti, non ce l’hanno fatta ad amarti. Eri e sei troppo diversa da loro, sembri scesa dal castello delle fate, bellissima principessa in un regno di orchi e di streghe.

Tu avevi solo quindici anni e la colpa di essere bionda, magra e carina come tutte le ragazzine vorrebbero essere e non ci riescono. Ti bastava poco per essere felice: un matrimonio, una gita a Roma, un buon gelato, un gioco, una foto da appendere alla parete.


Tu, principessa che sei finita sfigurata e putrefatta dopo quaranta giorni in un pozzo, tanto che il professor Strada, che ti ha sezionato e analizzato, ti ha nascosto persino alla tua mamma, quella mamma impietrita, mamma Concetta che al tuo funerale guardava lontano.

Noi che, senza conoscerti, ti abbiamo incontrato nei telegiornali e sui giornali, ti abbiamo mangiata proprio come l’umidità di quel pozzo, un pezzettino al giorno, piano piano, senza sprecare nemmeno una briciola della tua tragica favola. Era troppo bella quella favola e la magia del tuo volto e del tuo sorriso è riuscita, come in un incantesimo, a far salire gli ascolti in tutte le trasmissioni.


Ora che stai uscendo di scena per lasciare spazio ai tuoi assassini e alla rivelazione del male, in cui hai vissuto forse senza saperlo oppure sì, ora che tutta l’Italia partecipa all’indagine nazionale su di te che non ci sei più, ora è proprio arrivato il momento di pregare, pregare per te e per noi, per il nostro lavoro, per voi che state vedendo queste immagini.

Non ti dimenticheremo.
Sarah, perdonaci se puoi.





La “polpa” dei rifiuti. Relazione dell'oncologo A. Marfella














Note: questo articolo è del 2008 ma risulta quanto mai attuale visto il protrarsi dell'emergenza rifiuti e l'incapacità di accogliere le proteste dei cittadini quando affermano di essersi ammalati a causa di discariche e inceneritori

di Antonio Marfella
(testo della relazione tenuta presso l’Ospedale Monaldi al convegno “La gestione dei rifuti” in data 3 luglio 2008)

Credevo fosse un refuso di stampa (LA REPUBBLICA 2 luglio 2008) quando leggo la dichiarazione di Fortini (ASIA) : “alla fine del disastro, la “polpa” (credevo fosse colpa) dei rifiuti non va ad aziende i cui azionisti sono i cittadini di Napoli, ma ad aziende di altri territori” .
Di cosa siano gli inceneritori, delle loro dimensioni anche in rapporto alle necessità reali rispetto alla loro certa capacità di inquinare ed emettere sostanze nocive nell’aria di una città come Napoli, che già detiene il poco invidiabile record nazionale di città con la maggiore incidenza annua di tumori al Polmone (+ 25-30% rispetto a tutta Italia) , con 9 nuovi casi al giorno rispetto ai 15 di Milano (che però conta una popolazione oltre tre volte maggiore), nessuno più parla, nessuno più discute.
Non era, purtroppo, un refuso di stampa: unica preoccupazione (anche legittima) dei gestori della ASIA è quella di non fare perdere al Comune di Napoli “la polpa dei rifiuti” garantita dalla truffa degli incentivi CIP6 indirizzati non a energie rinnovabili vere, ma agli inceneritori .
La curiosità allora di fare un piccolo conticino, da massaia berlusconiana, sulla quantità di questa “polpa” dei rifiuti da incenerire, diventa d’obbligo.
Utilizziamo come riferimento i dati certi forniti dal Presidente del Consiglio su Acerra: gara da fare da 4.5 miliardi di euro per venti anni per un inceneritore di portata decretata di 600.000 tonnellate/anno (tra i più grandi di Europa), circa 2000 tonnellate al giorno.
Come confronto il dato di guadagno lordo del più grande centro commerciale campano : Il Vulcano Buono, che rende circa 1 milione di euro lordi al giorno.
Note quindi le “portate” proposte anche per gli altri inceneritori, ne consegue che , al giorno, gli inceneritori (di portata almeno doppia rispetto al necessario) , rendono quanto segue:
1) Acerra: oltre 650.000 euro al giorno per venti anni
2) Salerno : oltre 650.000 euro al giorno per venti anni
3) S. Maria La Fossa : oltre 450.000 euro al giorno per venti anni

4) Napoli: da 100.000 a 400.000 euro al giorno per venti anni , a seconda delle dimensioni che si deciderà di fare.
5) Almeno una ulteriore decina di “inceneritori a biomasse” sovradimensionati sparsi per la Campania coi Piani Paser : circa 1.5 Milioni di euro al giorno
Siamo ad un totale di oltre 3.5 MILIONI di euro al giorno, pressocchè netti, per impianti che produrranno anche circa 1 Milione di tonnellate/anno di ceneri tossiche per circa venti anni da stoccare in Campania. Siamo al guadagno netto di circa dieci “Vulcano Buono” al giorno!
Un ottimo affare, è certamente abbondante la “polpa” dei rifiuti inceneriti !
A queste condizioni mi sembra proprio il minimo, e molto ovvio, che i sette ottimi impianti tedeschi di cosiddetti CDR ma in realtà di TMB (trattamento meccanico biologico a freddo) già presenti ma non funzionanti in Campania devono continuare a non funzionare, come ha scoperto l’assessore Ganapini, e che gli impianti di compostaggio , a basso costo, necessari per trattare l’umido, non si faranno mai in numero congruo rispetto al bisogno reale.
Ma, con tali portate previste per tali impianti (oltre 2 milioni di tonnellate/anno), una volta bruciate le ecoballe in tre anni, gli altri diciassette anni, per oltre la metà della loro inquinante portata , questi inceneritori cosa bruceranno?
Certamente materiale che non proviene dalla regione Campania.
Ne consegue quindi che circa il 50% per cento delle ceneri tossiche di tali impianti sovradimensionati, cioè circa 500.000 tonnellate/anno per venti anni di ceneri tossiche di materiale non campano, dovrà essere seppellito in Campania in tutte le discariche disponibili, da Chiaiano a Serre, come già indicato nei codici CER previsti nel decreto legge del maggio scorso, e resterà per sempre nelle nostre terre, dopo averci per venti anni inquinato la nostra aria già abbondantemente inquinata .
Diventa altrettanto ovvio quindi che abbiamo necessità di discariche ancora più numerose ed ampie delle già previste, e per ospitare al 50% ceneri tossiche non campane.
Ho formulato una precisa proposta di moratoria sulle portate degli impianti : tutti a non oltre le 200.000 tonnellate/anno, in media europea perfetta!
Quattro inceneritori da non oltre le 200.000 tonnellate/anno è di fatto la riproposizione del cosiddetto “Piano Rastrelli” (= 5 da 150.000) .
Perche’ oggi sembra invece che, chi, come me, lo fa presente, viene considerato quasi un pericoloso sovversivo?
Perchè si devono bruciare tutte le ecoballe in soli tre anni, dopo che esse hanno già percolato i loro veleni da oltre venti anni? E dopo tre anni, cosa si brucerà?
Sia chiaro a tutti che costruire impianti di incenerimento superiori alla media europea di 200.000 tonnellate/anno significherà solo :
a) l’ennesimo gravissimo danno alla salute dei cittadini campani tutti;
b) la legalizzazione all’ingresso in regione Campania di almeno un milione di tonnellate anno di materiale da incenerire proveniente da altre regioni;
c) la necessità di disporre di discariche per non meno di venti milioni di tonnellate di pericolosissime ceneri tossiche che saranno interrate nelle nostre terre. Almeno la metà di tali ceneri tossiche non sarà neanche di provenienza campana.
Il tutto per garantire a pochi, (e neanche campani?) , una “polpa” dall’incenerimento dei rifiuti pari ad oltre 3.5 milioni di euro al giorno netti per venti anni .
Come cittadino campano, come medico, come cattolico, come difensore civico, io ho il dovere di formulare e diffondere queste considerazioni, affinché non si possa mai affermare che responsabilità storiche di evidenti decisioni scellerate, a danno della Campania, siano state assunte senza adeguata conoscenza dei fatti.

Napoli li 3 luglio 2008


Antonio Marfella
Tossicologo oncologo
Difensore Civico Assise di Palazzo Marigliano
Fonte: www.chiaianodiscarica.it

domenica 17 ottobre 2010

Amanda Knox, un libro sulle sue confidenze dal carcere

Amanda Knox dal carcere: " Voglio vivere, ridatemi la liberta' "

Le confidenze della giovane americana, condannata in primo gfrado a 26 per l'omicidio di Meredith Kercher, raccolte in un libro

Servizio di Luciana Araujo

Amanda Knox  dal carcere:

Ecco le prime indiscrezioni sul libro, tuttora in stampa, che riporta i colloqui in carcere con Amanda Knox: "Mi manca la mia famiglia. Ho degli amici che sono come fratelli e sorelle, ma io voglio vivere. Non e' che qui non si possa vivere, ma non è quello che pensi di poter raccontare". Condannata in primo grado a 26 anni di reclusione per l'omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher, la studentessa americana parla di sé dalla sua cella del carcere di Perugia. Le sue confidenze sono state raccolte da Rocco Girlanda, deputato e presidente della Fondazione Italia Usa, e autore del libro "Io vengo con te - Colloqui in carcere con Amada Knox". Un unico regalo vorrebbe ricevere Amanda: "La libertà. Tutte le cose della vita non sono le stesse - dice - senza la cosa più importante".

fonte la7.it 17 ottobre 2010

SANTONA DI LUMEZZANE:CHIESTO RINVIO A GIUDIZIO PER LA PRESUNTA SETTA

06/10/2010 12:00:00 Prevalle
L'inchiesta

Chiesto il rinvio giudizio per la presunta setta

di red.
È stata fissata per il 14 dicembre l’udienza preliminare davanti al Gup per Fiorella Tersilla Tanghetti, l’animatrice di una comunità di recupero di ispirazione religiosa.

Associazione per delinquere finalizzata ai maltrattamenti, in alcuni casi al sequestro di persona ed a reati contro il patrimonio. Queste le accuse che la Procura di Brescia, in base all’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Alberto Rossi, ha contestato, a vario titolo, a Fiorella Tersilla Tanghetti, lumezzanese di 53 anni, e agli altri 17 suoi collaboratori sull’attività dell’«Associazione Sergio Minelli», la comunità di ispirazione religiosa animata dalla stessa Tanghetti, presente con suoi gruppi, tra l’altro, a Prevalle, Gavardo, Caino e Muscoline. L’udienza preliminare davanti al Gup è fissata per il prossimo 14 dicembre.

All’origine del procedimento è l’indagine condotta dai Carabinieri della Compagnia di Salò, che non ha registrato arresti o emissione di provvedimenti di custodia, a seguito delle denunce di alcuni ex ospiti delle comunità dell’«Associazione Sergio Minelli». Questi ultimi hanno dichiarato di avere subìto maltrattamenti e che un trattamento durissimo e spesso inumano sarebbe stato messo in atto nei confronti tanto di adulti quanto di bambini nelle strutture gestite da quella che chiamano «la santona».

Agli inizi di giugno, a indagini preliminari chiuse, una decina di vittime delle presunte condotte illecite aveva manifestato davanti al Tribunale lamentando i tempi lunghi della giustizia e puntando il dito sulla Tanghetti ed i suoi collaboratori. Sull’attività di quella che hanno definito «la setta della porta accanto». In quell’occasione Orietta Reboldi, la donna dalla cui pratica di divorzio è partita l’inchiesta, aveva denunciato costrizioni fisiche e psicologiche. «La santona plagia tutti, li ricatta psicologicamente - aveva asserito -. Nessuno riesce a ribellarsi. Noi abbiamo dovuto fare le valigie di notte per riuscire a scappare. La preoccupazione, ora, è per chi è ancora dentro».

Muro contro muro. Accuse pesantissime, cui alcuni degli indagati hanno risposto negando con forza ogni addebito. Nel frattempo la Reboldi è stata citata per diffamazione aggravata davanti al giudice di pace di Salò da tre collaboratrici di Fiorella Tanghetti. Le stesse chiamate in causa dalle sue dichiarazioni al marito relative ai maltrattamenti presunti subiti dai figli. La prima udienza è fissata per domani, giovedì 7 ottobre.

Fonte Giornale di Brescia

SARAH SCAZZI, MARIANGELA SCRIVE AI GIORNALISTI


Mariangela in una lettera: «Sabrina, una mia ex amica...»


AVETRANA – «Se è vero che lei ha contribuito all’omicidio di Sarah voglio che paghi fino in fondo se invece è innocente come lei continua a gridare apertamente sarò la prima a portarle la mia solidarietà e a riabbracciarla». Mariangela Spagnoletti, amica di Sabrina Misseri, lo ha scritto questa mattina in una lettera all’inviata del Tg5 Francesca Pozzi. Nella lettera – della quale il Tg5 diffonde il testo - Mariangela conferma alcune sue dichiarazioni, particolari delle quali risultano in contrasto con elementi forniti da Sabrina. Mariangela è la giovane con la quale il 26 agosto Sabrina e sara avevano appuntamento sotto casa dei Misseri per andare al mare e, con Mariangela, Sabrina comincia le sue ricerche della cuginetta scomparsa.

«Cara Francesca, al momento – scrive tra l’altro Mariangela - non voglio rilasciare interviste perchè aspetto che tutto sia chiarito. Quando ho appreso dell’arresto di Sabrina, ho provato tanta rabbia perchè mi sono sentita presa in giro da Sabrina che era una mia ex amica. I nostri rapporti si sono deteriorati perchè lei voleva che io parlassi con i giornalisti e io mi sono rifiutata».
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«Quel giorno – aggiunge Mariangela – quando sono arrivata a casa alle 14,40 lei era in strada molto agitata e il padre non c'era sul garage. Mi è apparso molto strano che fosse già sulla strada e mi è apparso ancora più strano che da subito lei mi abbia detto 'l'hanno presa'». «Io – continua la giovane - ho visto suo padre solo una volta di fronte al garage la seconda volta che siamo tornate lì in macchina, lui stava chinato e trafficava con qualcosa in mano. Se io avessi davanti Sabrina le chiederei perchè l’ha fatto e perchè ha mentito tutto questo tempo».

Sarah Scazzi, Intercettazione Sabrina:«Il cellulare di Sarah lo abbiamo toccato tutti»

E Sabrina inguaia la famiglia Intercettata dice: «Il cellulare di Sarah lo abbiamo toccato tutti»

Foto: Saetta aspetta ancora la sua Sarah

di MIMMO MAZZA

AVETRANA - Sono le 3 e 16 minuti del mattino del 7 ottobre. Michele Misseri ha già confessato l’omicidio della nipote Sarah Scazzi, l’occultamento e il vilipendio del suo cadavere e una squadra di sommozzatori dei carabinieri si sta dirigendo nelle campagne di Avetrana per recuperare il corpo della ragazzina. Il provvedimento di fermo di polizia giudiziaria nei suoi confronti è praticamente pronto quando il verbale di interrogatorio viene improvvisamente riaperto, perché lo zio orco vuole aggiungere una frase, questa: «Volevo che Sabrina mi aiutasse a cercare la scheda del cellulare di Sarah che ritenevo fosse caduta nel garage, senza che mia figlia si accorgesse di nulla». Una frase dalla quale i carabinieri del Reparto operativo e del nucleo di polizia giudiziaria, coordinati dal procuratore aggiunto Pietro Argentino e dal sostituto Mariano Buccoliero, sono partiti per giungere al fermo di Sabrina Misseri, avvenuto venerdì sera.

Michele Misseri si agita molto il 29 settembre scorso, giorno in cui fa ritrovare ai carabinieri, in aperta campagna, il cellulare della nipote. Ascolta dai telegiornali che dal telefonino di Sarah manca la scheda Sim e non sa spiegarsi il perché, abboccando così alla trappola tesa dagli inquirenti che volutamente fanno circolare la falsa notizia della scomparsa della scheda del portatile. Misseri allora chiede alla figlia, almeno così fa mettere a verbale, di aiutarlo a cercare nel garage e questa circostanza fa capire agli investigatori che evidentemente Sabrina un ruolo nell’omicidio di Sarah lo aveva avuto, un ruolo tutto da valutare sull’aspetto penale perché il favoreggiamento non è imputabile visto il rapporto di parentela col padre.

Stando ad alcune indiscrezioni ci sono, però, anche altre intercettazioni telefoniche e ambientali che rendono traballante la tesi della più giovane di casa Misseri. In una circostanza, in particolare, Sabrina accusa il padre: «perché ha fatto trovare il cellulare, il giorno prima lo abbiamo toccato tutti quel telefono, ci sono anche le nostre impronte.... ». Una frase che rischia di rivelare altre complicità in famiglia.

Anche le dichiarazioni rese da Mariangela Spagnoletti non rendono credibile la versione di Sabrina perché l’amica con la quale doveva andare al mare quel giorno, dice ai carabinieri di averla trovata fuori dall’abitazione, e non era mai accaduto in precedenza, visibilmente agitata. Mariangela smentisce Sabrina in maniera abbastanza netta su un aspetto, su quello che accade a casa Misseri nei minuti concitati della scomparsa di Sarah, sul quale maggiormente si concentrano le attenzioni dei magistrati. Sabrina in precedenza aveva detto di aver atteso Mariangela nel cortile della sua villetta, una affermazione che serviva anche per giustificare come mai non aveva visto Sarah entrare nel garage. Se era per strada, come dice Mariangela, qualcosa avrebbe dovuto vedere.

Tutto questo però non basta per inchiodare Sabrina, occorre qualcos’altro, qualcosa di più sostanzioso dal punto di vista indiziario e a fornirlo ai carabinieri è Michele Misseri. Non la mattina di venerdì, quando torna nella sua casa di via Deledda per l’esperimento giudiziale e conferma di aver fatto tutto da solo, indicando il luogo dove ha strangolato la nipote. In quella occasione, ripete quanto ha già detto in precedenza e cioè che Sarah è entrata volontariamente e da sola nella cantina e di aver avuto un raptus dopo aver cercato un contatto sessuale.

Ma qualche ora dopo, nella sede della compagnia dei carabinieri di Manduria, quando cambia nuovamente, e chissà se definitivamente, versione. Sereno, serafico, preciso, risponde alla domanda dei magistrati: «Ma possibile che Sarah è venuta da sola in garage, scendendo tutto la rampa?». «No, dice, l’ha portata Sabrina, dovevamo rimproverarla perché non dicesse in giro che io il 23 le avevo toccato il sedere. Sabrina la teneva per i fianchi e io, come avevo concordato con mia figlia, le ho stretto la corda che tenevo sul trattore, attorno al collo. Purtroppo la situazione ci è sfuggita di mano, Sarah è caduta a terra ormai morta». Queste sono le accuse a carico di Sabrina (che continua a proclmarasi innocente), indizi che domattina alle 12 il giudice per le indagini preliminari Martino Rosati dovrà vagliare per decidere, al termine dell’interrogatorio di convalida del fermo, se emettere o meno a suo carico ordinanza di custodia cautelare in carcere per sequestro di persona e concorso nell’omicidio di Sarah.

la gazzetta del Mezzogiorno 17 ottobre 2010

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