martedì 16 giugno 2009

TERREMOTO: CRONACA MANIFESTAZIONE 16 GIUGNO (TUTTI GLI ARTICOLI)

Minuto per minuto da Montecitorio

L'amara trasferta romana degli sfollati

L'amara trasferta romana degli sfollati

Stanno lasciando piazza Montecitorio i circa seicento cittadini dei comuni dell'aquilano colpiti dal sisma del 6 aprile. In loro e' visibile la delusione per la votazione della Camera al decreto Abruzzo che ha rigettato sostanzialmente gli emendamenti proposti dall'opposizione e, in particolare, dall'onorevole Giovani Lolli. E' stato proprio l'esponente del Partito Democratico a comunicare ai manifestanti che per tutto il giorno hanno presidiato la piazza che "per undici voti l'emendamento sulla tassa di scopo e' stato rigettato". Le speranze non sono del tutto perdute anche perche', come ha spiegato Lolli, "basta un solo emendamento approvato, anche tra quelli meno importanti, perche' il decreto torni al Senato". Parole che non sono servite a rincuorare la folla: "Che cosa ce ne facciamo degli alloggi se poi non possiamo lavorare?", e' stata la domanda piu' frequente tra i presenti. Il riferimento e' ad un altro emendamento che prevedeva un'azione mirata per il rilancio dell'economia nell'aquilano. I manifestanti, prima di lasciare la piazza, hanno cercato di strappare l'autorizzazione a muoversi in corteo verso il Quirinale, senza successo. A far crescere il malcontento c'e' stato poi un presidio parallelo delle guardie giurate dell'"Ancr" che, con fischietti e urla, si e' sovrapposto alle voci dei componenti della delegazione che e' stata ricevuta alla Camera. "Questa di oggi e' stata solo una prima tappa di un cammino che sara' molto duro e in cui avremo tutti contro", ha spiegato uno dei membri della delegazione. "Vi basti sapere che una delle ragioni per le quali e' stata rigettata la tassa di scopo", ha spiegato Lolli, "e' che, sostanzialmente, il governo non si fida degli enti locali che avrebbero dovuto gestire quanto ricavato dalla tassa stessa".

18.22 Paolo Ferrero, segretario nazionale del Prc-Se, ha criticato il decreto terremoto all'esame della Camera. "Sono sceso in piazza anch'io oggi, davanti palazzo Montecitorio, per esprimere la mia vicinanza ai cittadini aquilani e ai tanti comitati che hanno giustamente manifestato e protestato contro il decreto Abruzzo voluto dal governo", ha raccontato. "Considero infatti davvero una vergogna che, mentre sono stati trovati subito i soldi (ben 14 miliardi) per finanziare l'acquisto dei caccia bombardieri F 35, sia stato varato un decreto Abruzzo senza la copertura finanziaria adeguata, un decreto che ora il governo ha blindato", ha sottolineato, "rifiutando cosi' di accogliere le sacrosante richieste dei terremotati". Ora, ha aggiunto, "come Rifondazione comunista chiediamo piu' fondi e pieno coinvolgimento delle popolazioni e degli ammistratori locali nella ricostruzione, oltre che piena trasparenza sugli appalti. Il decreto del governo e' il decreto per le imprese che vogliono fare affari sulla ricostruzione e non delle popolazioni che il terremoto l'hanno subito, quindi si tratta di un decreto che cosi' com'e' e' innaccettabile".

18.00 "Italia dei Valori pretende che ci siano piu' risorse e che esse siano reali, non fittizie. Chiediamo inoltre che siano previsti aiuti anche per le seconde case e per le universita' e che per la ricostruzione ci sia un'unica cabina di regia, di cui facciano parte gli enti locali". Cosi' Antonio Borghesi, vice capogruppo dell'Italia dei Valori alla Camera, ha commentato in una nota il contenuto del decreto legge sul terremoto in Abruzzo. "Il testo, cosi' com'e' risulta assolutamente inadeguato e, se rimane tale, noi siamo pronti a votare contro", ha preannunciato.

17.05 Il governo non intende modificare il testo del decreto terremoto uscito dal Senato. A ribadirlo in aula alla Camera e' stato il sottosegretario all'Ambiente Roberto Menia. A nome dell'esecutivo, ha anche dato parere negativo su tutti i pareri bocciati dalla commissione Bilancio e chiesto il ritiro degli altri. "In questo testo gia' e' contenuto quanto gia' sollecitato nei diversi interventi ed e' un decreto di cui il governo si assume le sue responsabilita'", ha detto. Certo in politica "tutto e' perfettibile, questa pero' rimane la posizione che il governo esprime". L'esecutivo, ha insistito Menia, "si intenderebbe approvare il testo cosi' com'e' uscito dal Senato", dove il dl ha avuto "le migliorie chieste dall'opposizione", un testo "con le sufficienti garanzie ed equilibrato".

16.49 Il Pd non rinuncera' ai suoi emendamenti al decreto terremoto e ha chiesto al governo di inserire nella legge anche le garanzie sulla ricostruzione delle seconde case. A farsi portavoce della posizione del partito democratico in aula alla Camera e' stato il capogruppo Antonello Soro.

16.49 L'Udc e' pronta a ritirare tutti gli emendamenti al decreto terremoto, a patto che nel testo sia sancito il rimborso per la ricostruzione anche delle seconde case e che la ricostruzione sia affidata a Regione ed enti locali. Ad annunciarlo in aula e' stato Pier Ferdinando Casini. Nel suo intervento, Casini ha lamentato che dopo le "passerelle di ministri a l'Aquila e in Abruzzo" il testo sia stato seguito in aula dal sottosegretario Roberto Menia, pur confermandogli la sua stima personale. "Avrei gradito che in un passaggio cosi' delicato la presenza del governo fosse adeguata al dramma che abbiamo vissuto", ha detto. Per il resto, ha aggiunto, "nessuna forma di ostruzionismo potrebbe essere consentita in aula, ma anche nessun inganno" perche' "c'e' bisogno di verita' e trasparenza". Dunque, ha spiegato, "siamo disponibili a ritirare immediatamente tutti i nostri emendamenti" a "una sola condizione che secondo me e' seria perche' richiesta da tutti, dal presidente della Regione Chiodi, da quello della provincia e dal sindaco". Ci sono, ha ricordato, "impegni solenni presi dal presidente del Consiglio sulla ricostruzione e si riferiscono ai contributi esclusivamente garantiti ai residenti. Ma per i piccoli paesi e per la citta' dell'Aquila significa una ricostruzione a gruviera". Il comunicato emesso ieri dalla presidenza del Consiglio deve essere per Casini "sancito nella legge". Alla Camera, ha sottolineato, "stiamo facendo una legge, come fu fatta per il Friuli e un'ordinanza non puo' modificare la legge". Dunque, "noi chiediamo che si modifichi l'articolo 3 si garantisca a tutti i cittadini dell'Aquila e comuni limitrofi la pssibilita' di ricostruire l'abitazione, siano residenti o non residenti". Seconda cosa, la protezione civile ha lavorato nell'emergenza e "le diciamo grazie perche' ha fatto un lavoro splendido, ma il post emergenza deve essere affidato a Regione, provincia, comune, non si possono delegittimare gli enti locali". Il governo, ha concluso, "traduca quel comunicato in impegno legislativo".

15.45 Il presidente della Camera Gianfranco Fini ricevera' poco prima delle 17 una delegazione dei manifestanti che da stamani protestano davanti a Montecitorio contro il decreto terremoto. A riferirlo e' stato il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente che incontrera' Fini insieme, tra gli altri, alla presidente della provincia Stefania Pezzopane.

15.43 "Quello che temo e' di risvegliarmi dopo il G8 e di scoprire di essere su 'Scherzi a parte'". Lo ha detto il sindaco de L'Aquila, Massimo Cialente, presente alla manifestazione in corso a Piazza Montecitorio. "Temo che dopo quell'appuntamento ci possa essere un crollo dell'attenzione sui problemi della mia citta' anche perche' - ha rilevato - l'estate e il solleone portano a pensare ad altre cose".

"Non si affronta una tragedia come questa senza soldi". Il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, ha ribadito la sua delusione per il fatto che il Senato non abbia dato seguito a quanto detto dal premier Silvio Berlusconi sul piano di ricostruzione per l'Abruzzo. Cialente lo ha spiegato nel corso della manifestazione dei cittadini dei Comuni colpiti dal sisma del 6 aprile, in corso a piazza Montecitorio: "Berlusconi ha detto delle cose ben precise, sia alla Camera che in una nota trasmissione televisiva", ha ricordato, "poi siamo andati al Senato ed eravamo tranquilli che queste cose sarebbero passate, ma purtroppo l'aula di Palazzo Madama ha contraddetto quanto promesso dallo stesso presidente del Consiglio".

"Entro settembre le case non saranno pronte o, comunque, saranno poche". Lo ha detto il sindaco de L'Aquila, Massimo Cialente, che oggi "da aquilano" manifesta accanto agli abruzzesi terremotati in piazza Montecitorio. "Io da oltre un mese e mezzo sto studiando un piano B", ha aggiunto il sindaco, "perche' la mia priorita' e' far tornare a L'Aquila i bambini per l'inizio della scuola".

15.42 La commissione Bilancio della Camera ha dato parere negativo su tutti e 134 gli emendamenti al decreto terremoto confermati dai gruppi. A riferirlo e' stato il presidente della commissione Giancarlo Giorgetti, al termine della seduta. "Oggi", ha detto, "l'opposizione ha dimostrato senso delle proporzioni e senso dello Stato". Dopo la richiesta del governo ai partiti di ridurre le richieste, sono rimasti un'ottantina di emendamenti del Pd, una ventina di Idv e altrettanti dell'Udc e sette del Pdl, mentre la Lega ha rinunciato a tutte le proposte.

15.42 'Fondi per ricostruire sono un diritto, non una graziosa concessione. Il governo Berlusconi tratta le migliaia di cittadini terremotati come sudditi a cui elargire delle graziose concessioni. Ricevere quanto necessario per ricostruire le proprie case e' invece un diritto'. Lo dichiara il senatore Roberto Della Seta, esponente ecodem e capogruppo Pd in Commissione Ambiente, a margine del sit-in di promosso dai Comitati dei cittadini abruzzesi per la ricostruzione che chiedono al Governo certezze sulla ricostruzione. 'Il decreto legge in discussione al Senato - continua Della Seta - sebbene sia stato migliorato in alcuni punti col contributo fondamentale del Pd, rimane costellato di buchi neri e voragini, non prevedendo risorse certe e definite. Il governo Berlusconi ha promesso molto ma si rifiuta di inserire nel decreto impegni vincolanti. Per ricostruire le case, comprese quelle dei non residenti, per far ripartire le piccole e medie imprese, per sostenere il turismo, ci vogliono soldi veri e da subito. Non e' accettabile inoltre che il governo estrometta i comuni, per tutto il periodo della ricostruzione, dalle scelte che riguardano il futuro dell'Aquila e degli altri comuni terremotati: passata la prima fase dell'emergenza la ricostruzione deve essere gestita dalle istituzioni territoriali democraticamente elette'.

15.24 "Il Governo deve istituire una piccola tassa di scopo, per due o tre anni". Lo ha detto il sindaco de L'Aquila, Massimo Cialente, presente oggi alla manifestazione organizzata dai comitati abruzzesi a piazza Montecitorio. "Da parte sua l'esecutivo ci ha detto che non ce n'e' bisogno, ma noi continueremo a chiederla perche' questa situazione si risolve solo con i soldi", ha concluso il sindaco.
"Una eventuale fiducia sul decreto Abruzzo sarebbe un brutto segnale". Lo ha detto il sindaco de L'Aquila, Massimo Cialente, presente alla manifestazione organizzata dai comitati abruzzesi in piazza Montecitorio. "Se il decreto dovesse passare cosi' com'e'", ha aggiunto Cialente, "dovremo aspettare tutti tempi migliori. D'altra parte e' stato un brutto segnale, molto imbarazzante, anche l'astensione allo stesso provvedimento data dall'opposizione in Senato".

15.07 E' ripreso in aula alla Camera l'esame del decreto terremoto. Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha annunciato a inizio seduta che Pdl, Pd, Ivd e Udc hanno ritirato numerosi emendamenti. A quanto si e' appreso sono circa 150 gli emendamenti confermati dai gruppi. Visto il sostanzioso taglio, e' probabile che a questo punto il governo non metta la fiducia sul testo.
Il presidente della Bilancio Giancarlo Giorgetti ha chiesto in aula di sospendere l'esame del testo per mezz'ora cosi' da consentire alla commissione di esprimere il parere sugli emendamenti residui. I lavori sul dl terremoto riprenderanno tra poco.

13.00 "Siamo qui oggi perche' dobbiamo cambiare un decreto che fa schifo. E' questa la battaglia che dobbiamo fare, ma e' chiaro che se dal Parlamento non dovessero venire le modifiche ragionevoli che noi chiediamo, dovremo passare a forme di lotta molto piu' forti". Lo ha detto il deputato democratico Giovanni Lolli, portando il suo saluto ai concittadini aquilani.
"Senza la ricostruzione delle seconde case molti comuni abruzzesi diventeranno paesi fantasma". A parlare sono alcuni sindaci di comuni abruzzesi colpiti dal sisma, ma rimasti "fuori cratere", ovvero fuori dall'elenco di quei comuni per i quali sono stati stanziati i fondi per la ricostruzione. "Siamo qui per portare la nostra solidarieta' a chi e' stato piu' sfortunato di noi, spiega il sindaco di Raiano, Enio Mastrangeli, ma anche perche' siamo comuni considerati fuori cratere, della valle Peligna, quindi non ancora riconosciuti come comuni terremotati. Abbiamo pero' 140 abitazioni inagibili, solo nel mio paese, cinque chiese sono rimaste chiuse e stiamo chiedendo di poter rientrare nel 'cratere'. Bertolaso", continua il sindaco, "ci aveva assicurato che dopo un primo rilevamento avrebbero provveduto a delle rivelazioni piu' accurate ma fino ad oggi questo non e' avvenuto". Il problema di comuni come Raiano e' soprattutto legato al tessuto economico e sociale costituito dalle seconde case. "Abbiamo avuto sedici frazioni distrutte, l'80% delle case inagibili, di cui il 70% sono seconde case", spiega Luciano Giannonne, sindaco di Lucoli: "Senza contributo il nostro rimarrebbe un paese fantasma, buono soltanto per le visite turistiche di chi si diverte a vedere gli effetti di una catastrofe". Per questo il sindaco chiede "il riconoscimento del 100% dei contributi per la ricostruzione delle seconde case". "I nostri", aggiunge Nicola Risi, sindaco di Cocullo, "e' un tessuto economico particolare: le seconde case non sono case di ricchi, ma di poveri operai emigrati all'estero che le conservano per tenere vivo il legame con la terra d'origine. In piu' si tratta di persone che vengono nei nostri paesi in vacanza e rappresentano una fonte importantissima di introiti per i comuni stessi".
www.ilcapoluogo.it 16 giugno 2009

TERREMOTO: MANIFESTAZIONE 'SFIORA' PALAZZO GRAZIOLI, VIA DEL PLEBISCITO CHIUSA AL TRAFFICO

16 giugno, ore 20:03

Roma, 16 giu. - (Adnkronos) - Il corteo degli sfollati del terremoto passa davanti via del Plebiscito e le forze dell'ordine evitano che la protesta degli abruzzesi arrivi proprio sotto palazzo Grazioli, residenza romana del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Per circa mezz'ora due mezzi, uno della polizia l'altro dei carabinieri, chiudono l'accesso alla strada. Poi, una volta che la manifestazione si e' allontanata, il traffico riprende normalmente.

Una Collettività unita e solidale

Mauro Bafile

Sono 600 mila bolívares, circa 200 mila euro. Non è una cifra da capogiro, ma è comunque una somma ragguardevole, se si considerano le difficoltà che la crisi economica impone ad aziende e famiglie. E’ questo il prodotto della nostra solidarietà con i terremotati d’Abruzzo; insomma, il suo risultato tangibile.

E’ il frutto della solidarietà spontanea manifestata da tanti, tantissimi italiani del Venezuela che hanno risposto all’appello immediato del nostro Giornale ed aderito disinteressati alla cordata promossa dalla Fondazione Abruzzo Solidale; è l’espressione della fratellanza di coloro che hanno sostenuto le iniziative dell’Associazione Abruzzesi e Molisani di Caracas e del Centro Italiano Venezolano della capitale; è la dimostrazione dell’affetto di chi ha considerato opportuno fiancheggiare le attività promosse dalla Federazione delle Associazioni Abruzzesi del Venezuela; è la manifestazione di umanità dei nostri imprenditori, grandi e piccoli.

L’Aquila e i suoi borghi, nonostante siano trascorsi già due mesi dal terribile terremoto del 6 aprile, sono ancora luoghi fantasma. Così ce li mostrano le cronache quotidiane. I loro abitanti continuano a vivere nelle tendopoli; negli hotel della costa. Alle tante promesse fatte all’indomani del terremoto ha solo fatto seguito un decreto legge che, se approvato senza gli opportuni emendamenti, avrà il sapore di una beffa per le troppe carenze di cui soffre. Ieri, Roma è stata teatro della “marcia degli sfollati” conclusasi con un sit-it a Montecitorio. Erano più di mille aquilani che hanno protestato perché rivogliono la loro, la nostra città, dov’era e com’era. Insomma, rivogliono case, scuole e università. Subito.

Nei volti di chi ha manifestato proprio il giorno in cui il parlamento iniziava la discussione del decreto legge sull’Abruzzo non c’era disperazione ma tanta dignità e indignazione. Un esempio per tutti gli italiani, dal nord al sud.

Dopo questa prima tranche – è probabile che la cordata pro-terremotati prosegua – è doveroso impegnarsi affinché il denaro, prodotto della nostra solidarietà, non si perda nei meandri della burocrazia, né in tante piccole iniziative. Passata ormai l’emergenza del giorno dopo, sarebbe bene identificare un obiettivo concreto, tangibile al quale destinare i 200 mila euro. Un progetto e non due, tre o tanti quanti sono stati i sodalizi che hanno partecipato alla cordata pro-terremotati. E’ responsabilità delle nostre associazioni fare ora quanto non sono riuscite a fare ieri: abbandonare il protagonismo meschino; l’esibizionismo che sfiora lo sciacallaggio. E’ loro dovere, ora, individuare un obiettivo concreto e unitario. I connazionali che hanno aderito disinteressatamente alle iniziative di solidarietà hanno il diritto di sapere quando e come verrà impiegato il loro denaro. Sarebbe bello riuscire a vedere il risultato concreto della loro generosità e a sentire, in quel momento, che, nei momenti di emergenza, siamo ancora capaci di esprimerci come una collettività unita e solidale.

Mauro Bafile//La Voce d´Italia


Abruzzo: Pezzopane, "avete tradito tutte le nostre aspettative”

di Stefano Corradino

Abruzzo: Pezzopane,

"Che tradimento. Il governo e la maggioranza parlamentare hanno davvero tradito tutte le aspettative del nostro territorio. Mentre una delegazione era ricevuta dal Presidente della Camera Gianfranco Fini, che ci forniva assicurazioni sullo svolgimento di una discussione trasparente in Aula, senza il ricorso al voto di fiducia sul decreto, abbiamo appreso in diretta della pesante bocciatura degli emendamenti che avrebbero consentito di tradurre in legge quanto ci era stato promesso dal presidente del Consiglio Berlusconi”. A dirlo non è il complottista di turno evocato dal “nostro” Presidente del Consiglio che interpreta ogni critica come una cospirazione eversiva ma Stefania Pezzopane, la presidente della Provincia dell’Aquila che, insieme a tanti altri quotidianamente, instancabilmente lavora per restituire al popolo una casa, un lavoro, una vita, una dignità.

“Gli emendamenti bocciati – afferma la Pezzopane - per una piccola manciata di voti avrebbero consentito la ricostruzione delle case per i non residenti. È la prima volta che in un decreto per la ricostruzione post terremoto si assume come principio la distinzione tra diritti dei residenti e non. Un vero schiaffo al territorio, un’offesa insanabile per tutti gli aquilani. Una doccia fredda per chi oggi ha manifestato con coraggio, passione e perseveranza per difendere le prerogative del nostro territorio”.

Oggi, mentre alla Camera si discuteva il decreto legge sul terremoto gli sfollati delle tendopoli hanno inscenato un sit-in a Montecitorio. "Forti e gentili sì, fessi no!", hanno scandito nei loro slogan. Sono partiti da Collemaggio alle 9:30 di questa mattina. Un migliaio di aquilani dei Comitati dei cittadini sono arrivati a Roma con 20 pullman per far sentire la loro voce, la loro rabbia, non certo la loro rassegnazione. “Un corteo pacifico”, ha detto Stefania Pezzopane ad Articolo21 mentre rientrava all’Aquila. “Pacifici ma arrabbiatissimi. La manifestazione avrà avuto un senso se avremo fatto capire che in Abruzzo nulla è risolto”. “Nulla”, ci tiene a sottolineare”.

Poi il ruolo dell’informazione. La presidente della provincia non fa sconti. Ce lo aveva già detto nei giorni della tragedia esprimendo la forte preoccupazione che il clamore iniziale dei media d’un tratto si potesse trasformare in silenzio. Un silenzio assordante. “Non voglio generalizzare – sottolinea – non tutta l’informazione va criticata ma nel complesso, tg e quotidiani, i grandi contenitori d’informazione non raccontano niente della realtà cruda del terremoto. Si assestano sulle dichiarazioni del governo. Che se corrispondessero al vero sarebbe bene parlarne ma non è così…”
Stefania Pezzopane lancia un messaggio chiaro all’informazione: "non si assesti su quanto si cerca di far credere, tv e giornali vengano qui per raccontare la verità. La verità è che c’è tanta, troppa gente ancora nelle tende. Che viene sballottata da una parte all’altra. Dobbiamo affrettarci per riaprire le scuole? E con quali soldi? Il cambiamento di rotta promesso ed auspicato dopo questa tragedia non c’è stato…”

corradino@articolo21.info

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