mercoledì 9 luglio 2008

La “polpa” dei rifiuti. Relazione dell'oncologo A. Marfella





di Antonio Marfella
(testo della relazione tenuta presso l’Ospedale Monaldi al convegno “La gestione dei rifuti” in data 3 luglio 2008)

Credevo fosse un refuso di stampa (LA REPUBBLICA 2 luglio 2008) quando leggo la dichiarazione di Fortini (ASIA) : “alla fine del disastro, la “polpa” (credevo fosse colpa) dei rifiuti non va ad aziende i cui azionisti sono i cittadini di Napoli, ma ad aziende di altri territori” .
Di cosa siano gli inceneritori, delle loro dimensioni anche in rapporto alle necessità reali rispetto alla loro certa capacità di inquinare ed emettere sostanze nocive nell’aria di una città come Napoli, che già detiene il poco invidiabile record nazionale di città con la maggiore incidenza annua di tumori al Polmone (+ 25-30% rispetto a tutta Italia) , con 9 nuovi casi al giorno rispetto ai 15 di Milano (che però conta una popolazione oltre tre volte maggiore), nessuno più parla, nessuno più discute.
Non era, purtroppo, un refuso di stampa: unica preoccupazione (anche legittima) dei gestori della ASIA è quella di non fare perdere al Comune di Napoli “la polpa dei rifiuti” garantita dalla truffa degli incentivi CIP6 indirizzati non a energie rinnovabili vere, ma agli inceneritori .
La curiosità allora di fare un piccolo conticino, da massaia berlusconiana, sulla quantità di questa “polpa” dei rifiuti da incenerire, diventa d’obbligo.
Utilizziamo come riferimento i dati certi forniti dal Presidente del Consiglio su Acerra: gara da fare da 4.5 miliardi di euro per venti anni per un inceneritore di portata decretata di 600.000 tonnellate/anno (tra i più grandi di Europa), circa 2000 tonnellate al giorno.
Come confronto il dato di guadagno lordo del più grande centro commerciale campano : Il Vulcano Buono, che rende circa 1 milione di euro lordi al giorno.
Note quindi le “portate” proposte anche per gli altri inceneritori, ne consegue che , al giorno, gli inceneritori (di portata almeno doppia rispetto al necessario) , rendono quanto segue:
1) Acerra: oltre 650.000 euro al giorno per venti anni
2) Salerno : oltre 650.000 euro al giorno per venti anni
3) S. Maria La Fossa : oltre 450.000 euro al giorno per venti anni

4) Napoli: da 100.000 a 400.000 euro al giorno per venti anni , a seconda delle dimensioni che si deciderà di fare.
5) Almeno una ulteriore decina di “inceneritori a biomasse” sovradimensionati sparsi per la Campania coi Piani Paser : circa 1.5 Milioni di euro al giorno
Siamo ad un totale di oltre 3.5 MILIONI di euro al giorno, pressocchè netti, per impianti che produrranno anche circa 1 Milione di tonnellate/anno di ceneri tossiche per circa venti anni da stoccare in Campania. Siamo al guadagno netto di circa dieci “Vulcano Buono” al giorno!
Un ottimo affare, è certamente abbondante la “polpa” dei rifiuti inceneriti !
A queste condizioni mi sembra proprio il minimo, e molto ovvio, che i sette ottimi impianti tedeschi di cosiddetti CDR ma in realtà di TMB (trattamento meccanico biologico a freddo) già presenti ma non funzionanti in Campania devono continuare a non funzionare, come ha scoperto l’assessore Ganapini, e che gli impianti di compostaggio , a basso costo, necessari per trattare l’umido, non si faranno mai in numero congruo rispetto al bisogno reale.
Ma, con tali portate previste per tali impianti (oltre 2 milioni di tonnellate/anno), una volta bruciate le ecoballe in tre anni, gli altri diciassette anni, per oltre la metà della loro inquinante portata , questi inceneritori cosa bruceranno?
Certamente materiale che non proviene dalla regione Campania.
Ne consegue quindi che circa il 50% per cento delle ceneri tossiche di tali impianti sovradimensionati, cioè circa 500.000 tonnellate/anno per venti anni di ceneri tossiche di materiale non campano, dovrà essere seppellito in Campania in tutte le discariche disponibili, da Chiaiano a Serre, come già indicato nei codici CER previsti nel decreto legge del maggio scorso, e resterà per sempre nelle nostre terre, dopo averci per venti anni inquinato la nostra aria già abbondantemente inquinata .
Diventa altrettanto ovvio quindi che abbiamo necessità di discariche ancora più numerose ed ampie delle già previste, e per ospitare al 50% ceneri tossiche non campane.
Ho formulato una precisa proposta di moratoria sulle portate degli impianti : tutti a non oltre le 200.000 tonnellate/anno, in media europea perfetta!
Quattro inceneritori da non oltre le 200.000 tonnellate/anno è di fatto la riproposizione del cosiddetto “Piano Rastrelli” (= 5 da 150.000) .
Perche’ oggi sembra invece che, chi, come me, lo fa presente, viene considerato quasi un pericoloso sovversivo?
Perchè si devono bruciare tutte le ecoballe in soli tre anni, dopo che esse hanno già percolato i loro veleni da oltre venti anni? E dopo tre anni, cosa si brucerà?
Sia chiaro a tutti che costruire impianti di incenerimento superiori alla media europea di 200.000 tonnellate/anno significherà solo :
a) l’ennesimo gravissimo danno alla salute dei cittadini campani tutti;
b) la legalizzazione all’ingresso in regione Campania di almeno un milione di tonnellate anno di materiale da incenerire proveniente da altre regioni;
c) la necessità di disporre di discariche per non meno di venti milioni di tonnellate di pericolosissime ceneri tossiche che saranno interrate nelle nostre terre. Almeno la metà di tali ceneri tossiche non sarà neanche di provenienza campana.
Il tutto per garantire a pochi, (e neanche campani?) , una “polpa” dall’incenerimento dei rifiuti pari ad oltre 3.5 milioni di euro al giorno netti per venti anni .
Come cittadino campano, come medico, come cattolico, come difensore civico, io ho il dovere di formulare e diffondere queste considerazioni, affinché non si possa mai affermare che responsabilità storiche di evidenti decisioni scellerate, a danno della Campania, siano state assunte senza adeguata conoscenza dei fatti.

Napoli li 3 luglio 2008


Antonio Marfella
Tossicologo oncologo
Difensore Civico Assise di Palazzo Marigliano
Fonte: www.chiaianodiscarica.it

mercoledì 2 luglio 2008

La lettera a Berlusconi del Sindaco di Acerra:" Siamo il partito dei sì inascoltati"



L’immagine che vi ho messo su è quella del volantino che è stato distribuito ieri ad Acerra dai ragazzi del Meetup Grilli acerrani che hanno atteso l’arrivo del Premier Berlusconi all’ingresso della strada che porta al termovalorizzatore. Come vi raccontavo nel post precedente le misure di sicurezza erano imponenti. Il Sindaco di Acerra, Espedito Marletta, però ha preparato una lettera che ha fatto consegnare al Premier proprio ieri. In molti speriamo che l’abbia almeno letta:

Nel ringraziarLa per l’invito all’incontro per il primo luglio, in occasione della quarta venuta a Napoli, e del sopralluogo presso il cantiere dell’inceneritore di Acerra, testimonianza di una forte preoccupazione e sentita discontinuità nell’affrontare l’emergenza rifiuti che vive il territorio della Regione Campania, sento il dovere istituzionale di segnalarLe l’opportunità di intraprendere con decisione un’altrettanta discontinuità rispetto al passato: riconciliare lo Stato e le sue articolazioni con il territorio e la comunità di Acerra.

Le ricordo, infatti, brevemente le tappe della nostra storia in questi ultimi anni:
- con una sua ordinanza dell’agosto del 2004, in assenza di una valutazione di impatto ambientale, si consentì l’inizio dei lavori di costruzione dell’inceneritore di Acerra disponendo, nel contempo, che si avviasse un aggiornamento della verifica di compatibilità ambientale dell’intervento;
- ad esito dei lavori della Commissione per la Valutazione dell’Impatto Ambientale incaricata delle attività di tale verifica di compatibilità, con decreto del 22.2.2005 il Ministro dell’Ambiente del suo governo emise 27 prescrizioni di adeguamento progettuale e tecnologico dell’impianto nonché di risanamento e monitoraggio delle molteplici matrici ambientali del territorio di Acerra per poter proseguire la costruzione dell’impianto, stabilendo, infine, che in tale impianto potesse essere bruciato solo il Combustibile derivato dai Rifiuti ovvero quello a norma del D.M. 5.2.1998;
- il 15 dicembre 2005 il Commissario di Governo per l’Emergenza Rifiuti ha rescisso il contratto con la FIBE, costruttore e gestore dell’impianto progettato oltre 10 anni fa, per gravi inadempienze nell’assolvimento degli obblighi previsti dal contratto;
- negli ultimi mesi la Procura di Napoli ha inquisito molti manager della FIBE e vari funzionari del Commissariato Straordinario di Governo per l’emergenza rifiuti, ipotizzando la commissione di reati di particolare rilievo penale quali la “truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato”, “la frode contrattuale in pubbliche forniture”, ecc.;
- nel febbraio del 2008 con due ordinanze consecutive il presidente del Consiglio dei Ministri, on. Prodi, ha ridotto ogni garanzia di tutela ambientale di questo territorio stabilendo che nell’inceneritore di Acerra potessero essere bruciate anche le cosiddette “ecoballe taroccate”, così definite dalla magistratura napoletana;
- con il decreto-legge n. 90 dell’aprile scorso il suo governo è ulteriormente intervenuto azzerando completamente le garanzie di tutela di questo territorio, autorizzando la messa in esercizio dell’inceneritore di Acerra, prima ancora della conclusione dei lavori ed il loro collaudo, e stabilendo che nello stesso può essere bruciato il rifiuto “tal quale” ovvero quello nel quale continuano a ritrovarsi rifiuti radioattivi.

Come può ben valutare da questa breve sintesi degli avvenimenti, questa città, nelle sue articolazioni associative civili e religiose, insieme all’Amministrazione comunale che ho l’onore di guidare proprio dal primo luglio di quattro anni fa, ha attuato un’azione civile e democratica di cittadinanza attiva a tutela del proprio territorio: una vera e propria legittima difesa per difendersi dagli errori e dai soprusi perpretati nella decisione della localizzazione e nella costruzione dell’inceneritore in Acerra.
Purtroppo finora i Commissari Straordinari di Governo che si sono succeduti, e la stessa Regione Campania, nell’assoluta latitanza di tutta la politica campana, in nome dell’emergenza si sono tutti rifugiati sbrigativamente nei luoghi comuni, definendoci, tutti ed indistintamente, sindaci, vescovi, società civile, come “popolo dei no” o come “inconsapevoli favoreggiatori della camorra”.
Altre volte siamo stati definiti come “comunità egoista” in quanto gli inceneritori ormai sono stati costruiti e funzionano in tutto il mondo, dal centro di Vienna alla periferia di Brescia, omettendo di precisare che le criticità del contesto ambientale e territoriale di Acerra non le ritroviamo certo a Vienna, e sorvolando dolosamente sulle ragioni per cui in questa Regione Campania i poteri commissariali vigenti da oltre quattordici anni hanno speso circa due miliardi di euro per condurci in questa drammatica emergenza.
Noi ci definiamo il popolo dei “sì inascoltati”:
- “sì” ad un vero Piano Regionale di smaltimento dei rifiuti che disciplini a monte una riduzione della produzione dei rifiuti;
- “sì” ad un piano di sostegno organizzativo, amministrativo e finanziario, che aiuti i comuni della Campania ad avviare una moderna ed integrale raccolta differenziata, anziché limitarsi a sanzionare finanziariamente i comuni rendendo, di fatto, sempre più difficoltoso l’avvio della raccolta differenziata;
- “sì” alla costruzione di una rete di stazioni ecologiche che consentano il massimo riciclo del rifiuto come risorsa e non come problema;
- “sì” all’avvio di una bonifica integrale dei nostri territori saccheggiati dai traffici illeciti di rifiuti tossici e nocivi.
Per la storia che l’emergenza rifiuti ha avuto nella nostra città, medaglia d’oro al merito civile concessa con DPR del 17.6.1999, Le chiedo di aprirsi ad un confronto con questa comunità sulle problematiche ambientali e sulla questione inceneritore, partendo da una certezza: la comunità di Acerra in questi anni ha surrogato e sostituito le carenze e le lacune dei poteri dello Stato e della Regione Campania, con una vigilanza democratica ed una capacità di supplenza dei doveri altrui che è un patrimonio di valori da tutelare alla stregua delle questioni ambientali.
In ragione di ciò Le chiedo di avviare, senza indugio, un processo di riconciliazione con questa comunità e la sua Amministrazione comunale smilitarizzando il territorio ed aprendo un confronto democratico sulle drammatiche questioni dell’emergenza rifiuti: dopo il sopralluogo che terrà oggi al cantiere dell’inceneritore, La invito a tenere la conferenza stampa presso il Castello Baronale di Acerra, luogo dell’identità storico-culturale della nostra comunità e cornice più adeguata ad una visita di un Capo di Governo che onorerebbe la città di Acerra.
Non è da noi che lo Stato deve difendersi insediando le forze armate sul nostro territorio!
Non è da questa città, da questa comunità civile e religiosa, da questa Amministrazione comunale, che lo Stato deve difendersi!…ma da quella cattiva gestione commissariale e dall’irresponsabile modo di governale il processo di smaltimento dei rifiuti che ha condotto queste terre nell’infermo della drammatica emergenza e di cui tutti noi siamo vittime.
Acerra, 1 luglio 2008
IL SINDACO
Espedito Marletta
Ecoblog.it 2 luglio 2008

Acerra, la passerella e le promesse di Berlusconi






mercoledì 02 luglio 2008 da Marina


Oltre ad essere una conferenza stampa è stata anche una passerella, il che ha reso l’evento molto simile alle convention aziendali. Silvio Berlusconi ha tenuto il suo incontro nel termovalorizzatore di Napoli (a 1km e mezzo da casa mia). E ha detto:

entro luglio Napoli sarà liberata dai rifiuti. E entro gennaio partirà la prima linea e entro aprile la struttura sarà a pieno regime. Certo la soluzione non è solo questa ma va trovata nella raccolta differenziata e qui ci sono dei sindaci che in questo si sono distinti. Dopo inviterò sul palco con me uno di loro che è arrivato a raccogliere l’80% di differenziata. Un capitolo a parte lo meritano i signori dell’ASIA che secondo il calendario che mi è stato fornito la domenica vanno al mare e non lavorano. L’esercito lavora sette giorni su sette per liberare le strade dai rifiuti. E questo non va bene.

Sul punto della raccolta differenziata, il Premier ha sottolineato che anche i media devono essere presenti:

su questo punto la televisione pubblica e quella privata devono fare la loro parte sensibilizzando i cittadini. La televisione pubblica ha il compito di informare e divertire. La privata al contrario diverte e informa. Ma in comune, in questo caso, devono entrambe informare su come differenziare i rifiuti.

Ecco il mio racconto e la mia cronaca: è stata una conferenza che ha visto imponenti misure di sicurezza. Il Premier arrivava da una mattinata densa di contestazioni, di cariche della polizia sui manifestanti, insomma una Napoli che secondo me ha stentato a riconoscere, considerata l’accoglienza che gli è stata rivolta. Intanto, in quelle ore, Acerra era sotto un vento implacabile e la polvere si spargeva dappertutto.

La zona, tranne la stradina principale, non ha altre vie asfaltate. Per raggiungere l’ingresso del termovalorizzatore i militari hanno messo a disposizione della stampa le loro camionette. Dopo due check point presidiati dai militari e dalle forze dell’ordine in assetto antisommossa si arrivava allo spiazzale dove l’addetto stampa della prefettura mi ha consegnato il badge nella foto (diversamente sarei dovuta andare a Piazza Carolina a ritirarlo).

Ho pensato: ” Ma siamo a Baghdad?”. Non ci è stato consentito di visitare i locali. Siamo stati messi un un recinto e solo chi faceva le dirette ne poteva stare fuori, giusto il tempo necessario a lavorare. Intorno a noi un doppio cordone di militari e security.

Il Premier è arrivato con un ora di ritardo. Il codazzo delle telecamere ha avidamente iniziato a lavorare. Era come uno sciame che lo seguiva. Appena entrato nella struttura, accompagnato dal Sottosegretario all’emergenza rifiuti Guido Bertolaso, oltre ai saluti di rito, ha guardato i cartelloni che illustravano il funzionamento del “mostro” come lo chiamano gli acerrani. Annuiva, commentava. Poi sul palco non prima di aver salutato ancora i militari. Poi le dichiarazioni tra cui i ringraziamenti a Impregilo e FIBE:

nonostante tutte le cose che ha subito, non sto a dire giustamente o ingiustamente, ha preso l’impegno a finire il termovalorizzatore.

Il sindaco di Acerra, Espedito Marletta si torceva le budella. Presente senza la sciarpa di protocollo. Padrone di casa (lui e la giunta) estromesso dal suo domicilio amministrativo, ma anche ringraziato da Bertolaso per essere presente:

C’è un clima diverso. Qui c’è il Sindaco di Acerra. Ha scelto di stare qui e non fuori a fare altro. Ciò significa che c’è volontà di dialogo.

Era presente sul palco anche il generale Franco Giannini, braccio destro di Bertolaso, che ha ricordato che ci sono da raccogliere ancora ventimila tonnellate di immondizia mentre ne sono state portate vi. già quindicimila. Operazione che sarà resa più agevole dalle aperture delle discariche di Savignano Irpino e Sant’Arcangelo Trimonte.

Berlusconi ha poi invitato sul palco il “dipendente del mese”: Leone Gargiulo sindaco di Massa Lubrense, comune della costiera amalfitana che coraggiosamente e con le sue sole forze ha tolto di strada 480 cassonetti per fare spazio alla raccolta differenziata porta a porta che ha toccato il 72%. Gargiulo eletto in una lista civica ha spiegato che per arrivare a questo risultato è stato necessario informare i suoi concittadini attraverso le scuole e le parrocchie. E Berlusconi ha preso la palla al balzo dichiarando che nei prossimi mesi partirà una grande campagna di educazione civica che partirà proprio dai più piccoli. Durante la spiegazione la solita guerra di cifre da kilogrammi e tonnellate e a Bertolaso è scappata a mezza voce una battutina sulla telefonata al Vice Sindaco di Tel-Aviv del quale racconto resta ancora incredulo, a quanto sembra.

Premiati, con la foto insieme al Cavaliere, anche i sindaci di Grumo Nevano, Anacapri, San Sebastiano al Vesuvio e Vico Equense, invitati a pranzo tra quindici giorni in Prefettura a Napoli perchè la prossima settimana il Premier sarà a Tokio.

Rispetto alla firma con società private, accordi che si dovrebbero siglare entro pochi giorni, per impianti con Regioni fuori dalla Campania non ha specificato ancora né chi siano né di che genere di impianti si tratti. L’obiettivo però è quello di attrezzare, passata l’emergenza, impianti fuori regione. Berlusconi a fine conferenza sollecitato dalle domande di alcuni colleghi (i soliti) riferisce della possibilità di commissariare, così come previsto dal decreto, quei comuni che non adottano la differenziata. Personalmente senza microfono ho provato a fare riferimento ai finanziamenti mancati dei CIP6 e Berlusconi e Bertolaso sentendo il mio appunto gridato mi hanno guardato storto. Però nessuno dei colleghi “proprietari” del microfono ha ripreso la domanda.
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