venerdì 11 gennaio 2008

Padre Fedele: rinvio a giudizio, da due anni altalena di accuse

COSENZA - Era una decisione quasi scontata quella del rinvio a giudizio di Padre Fedele Bisceglia e del suo segretario, Antonio Gaudio, accusati di avere violentato una suora nell'Oasi francescana di Cosenza. La decisione del Gup, Livio Cristofano, non ha sorpreso i difensori dei due indagati che, al termine dell'udienza preliminare, hanno parlato di una decisione "che non ci lascia stupiti". Nonostante le varie fasi giudiziarie e decisioni, Padre Fedele non si rassegna ed ancora ha voluto gridare la sua innocenza. In una lettera consegnata al Gup ha giurato "dinnanzi al mondo intero e con le mani sul Vangelo che il delitto-peccato di stupro singolo e di gruppo ascrittomi da suor Gaetana Alesci non solo non l'ho commesso ma neanche pensato". Sul rinvio a giudizio hanno espresso soddisfazione i legali di parte civile che rappresentano la suora che ha subito gli abusi sessuali ed il centro antiviolenza 'Lanzino' di Cosenza. L'odissea giudiziaria di Padre Fedele e del suo segretario inizia con il loro arresto, avvenuto il 23 gennaio del 2006. Nell'interrogatorio dinanzi al Gip, Giusy Ferrucci, che aveva emesso l'ordinanza di custodia cautelare, il frate sostiene di essere vittima di un complotto. Dopo alcuni giorni di detenzione, padre Fedele ottiene gli arresti domiciliari nel convento dei frati cappuccini di Belvedere Marittimo. La struttura da circa 300 anni conserva parti delle reliquie di San Valentino e viene anche comunemente chiamato 'Convento dell'amore'. Durante la fase delle indagini preliminari la vicenda di Padre Fedele vede molteplici sorprese dal punto di vista giudiziario e sul fronte mediatico. A distanza di poche settimane dall'arresto i difensori del frate rendono noto che il loro assistito non ha potuto aver compiuto la violenza sessuale perché affetto da una patologia alla prostata che lo rende impotente, ma dopo una settimana un altro colpo di scena: dopo le numerose trasmissioni televisive e la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche di Padre Fedele, la Conferenza dei Vescovi della Calabria denuncia lo scempio mediatico compiuto nei confronti del frate e il 24 febbraio il tribunale della libertà di Catanzaro rimette in libertà Antonio Gaudio. Il primo colpo di scena si ha nel maggio del 2006 quando i giudici del tribunale della libertà rimettono in libertà Padre Fedele, sostenendo che la suora non è attendibile. Ma gli effetti della decisione del Tribunale del riesame dura poco: il 26 ottobre la Cassazione annulla con rinvio la decisione del tribunale della libertà per Padre Fedele e Antonio Gaudio e fissa per marzo 2007 una nuova udienza del riesame a Catanzaro. Dopo la nuova udienza dinanzi al tribunale della libertà, il frate torna ai domiciliari in un convento dell'Umbria. Il 18 luglio di quest'anno, dopo le numerose dichiarazioni fatte dal frate, l'Ordine dei Cappuccini decide di sospenderlo a divinis. A distanza di pochi mesi però Padre Fedele torna libero, anche se con l'obbligo di dimora. La decisione più clamorosa è del 27 ottobre dell'anno scorso, quando il frate viene espulso dall'Ordine generale dei frati minori cappuccini. Il 20 dicembre inizia l'udienza preliminare nei confronti di Padre Fedele e del suo segretario Antonio Gaudio. Stasera la conclusione, con il rinvio a giudizio e la fissazione per l'11 marzo dell'inizio del dibattimento a Cosenza.

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